Se seguite il mondo dell’arte, e più di recente qualsivoglia notiziario, ci sono buone probabilità che abbiate sentito parlare di NFT.
Cosa sono, e perché improvvisamente sono dappertutto? Abbiamo cercato di rispondere a questa e a molte altre domande per aiutarvi a dare un senso a un fenomeno complesso e sfaccettato, che pensiamo rimarrà rilevante nel mondo dell’arte per molto tempo, anche quando sarà passata l’attuale frenesia mediatica.
Cosa sono gli NFT?
NFT è un acronimo che sta per Non-Fungible Token. “Non fungibile” significa che il token è unico e non può essere scambiato con un altro token di valore equivalente. Una banconota da dieci euro è un token fungibile: è un oggetto con un valore specifico ma non è unico. Milioni di altre banconote da 10 euro possono essere scambiate con quella che stringiamo in mano in un determinato momento, senza soluzione di continuità. Un token fisico non fungibile può essere un'opera d'arte con un valore determinato che può salire o scendere, come un dipinto, o un oggetto di valore di una collezione, come un francobollo raro o una cartolina rara. Gli NFT sono fondamentalmente la stessa cosa ma in versione completamente digitale e con un sistema di verifica automatica della loro unicità sulla blockchain.
NFT, ovvero l’opera d’arte nell’era della sua scarsità digitale
In cui facciamo del nostro meglio per spiegare un complesso fenomeno digitale che coinvolge la blockchain, l'arte, la sua unicità nell'era della riproduzione tecnologica e i prezzi d'asta esorbitanti per un collage digitale di 5000 immagini jpeg.
View Article details
- Andrea Nepori
- 18 marzo 2021
Sì, ma allora cosa SONO, esattamente?
Ethereum è una popolare blockchain che supporta sia una criptovaluta chiamata Ether che i cosiddetti “smart contracts”, speciali contratti digitali dinamici che possono cambiare le loro condizioni automaticamente in base a una serie di variabili predeterminate. Gli NFT, dunque, sono proprio questo: una forma di contratti intelligenti basati su blockchain e programmati per definire e garantire che un dato pezzo di contenuto digitale (sia esso un'immagine, un film o una stringa di testo) sia unico e di proprietà di una singola persona in un determinato momento. Sono trasferibili ma non possono essere duplicati o riprodotti.
Qual è la loro connessione con il mondo dell'arte?
In tanti pensano che questo sia un ottimo modo per determinare la proprietà delle opere d'arte digitali. Gli NFT sembrano essere adatti ad assicurare che un singolo file jpeg, un testo o un video siano posseduti e controllati da un singolo collezionista. È una prospettiva allettante ma complessa, che presuppone un cambiamento di paradigma (il possesso di un “oggetto” digitale fatto di bit equiparato al possesso fisico di un oggetto non virtuale) che probabilmente non siamo ancora pronti ad accettare completamente.
Considerazioni filosofiche a parte, in questo momento gli NFT assomigliano più a certificati digitali di proprietà che, a differenza dell'equivalente fisico firmato dall’artista o da una casa d’aste, possono essere inestricabilmente legati all'opera d'arte stessa.
Perché sono improvvisamente rilevanti?
Perché sono diventati mainstream con la vendita di un collage di immagini dell'artista digitale Beeple da Christie's per 69 milioni di dollari. L'immagine mette insieme 5000 singoli fotogrammi del lavoro che l'artista ha prodotto ogni giorno nel corso di 5000 giorni.
Come ogni altro fenomeno culturale, però, gli NFT non si sono materializzati da un giorno all'altro. Tutto è iniziato nel 2017 con KriptoKitties, un set di carte digitali programmato su Ethereum como primo esperimento di collezionismo smart.
Recentemente, sempre più artisti digitali "coniano" il proprio lavoro come NFT, a volte come pezzi unici, a volte come un lotto limitato della stesso jpeg o video. Ciò che è allettante per gli artisti è la capacità di programmare il contratto intelligente affinché venga loro versata una parte del costo della transazione quando l'opera viene rivenduta. È una differenza sostanziale rispetto a ciò che accade nel mondo dell'arte fisica, dove gli artisti originali spesso non vedono un centesimo quando le loro opere sono messe all'asta a prezzi stellari dalle case d’asta.
Gli NFT risolvono il problema della riproduzione illimitata dell'arte digitale?No, ma non è questo il punto. Chiunque può ancora scaricare, copiare, riprodurre, condividere e modificare qualsiasi jpeg di un'opera di Beeple (come abbiamo fatto noi con le immagini di questo articolo) o di qualsiasi altro NFT. Solo una singola persona alla volta può affermare di possederlo nel concreto. È un po' come possedere un Picasso invece di una stampa di quel Picasso, con la differenza che una stampa è chiaramente e immediatamente riconoscibile come un oggetto diverso. Una riproduzione di un video di Beeple è l'esatto clone fisico di quell'opera (ogni bit è lo stesso dell'originale). Eppure, il suo NFT esiste solo una volta sulla blockchain, forzando così una sorta di distinzione ontologica artificiale tra l'originale e i suoi cloni.
Ok, ma le immagini o i film sono comunque indistinguibili, quindi qual è il punto?
Grazie agli NFT, i collezionisti possono sostenere gli artisti che stimano in maniera diretta. Molte transazioni NFT di alto livello in questo momento sono legate a cripto-milionari che hanno trovato un modo divertente per ridistribuire una piccola frazione della loro ricchezza digitale ad artisti e creators. Alcuni (o molti) di essi probabilmente ritengono che, indipendentemente dalla capacità di riprodurre o meno un'opera d'arte digitale, gli NFT stessi guadagneranno valore in futuro, un po' come le opere d'arte fisiche. Hanno ragione? Hanno torto? Ad essere onesti, è troppo presto per prendere una posizione definitiva su questo punto.
Ma quindi è una bolla o è il futuro dell'arte?
Porque no los dos? L'attuale frenesia del NFT ha sicuramente tutte le caratteristiche di una moderna febbre dei tulipani. Nessuno può seriamente pensare che un collage di jpeg come quello di Beeple - anche se artisticamente rilevante - valga più di, diciamo, delle Ninfee di Monet. Eppure, Christie's l'ha venduto per 15 milioni di dollari in più rispetto al quel dipinto di Monet. Dunque si, “bolla” è probabilmente il termine migliore per definire ciò a cui stiamo assistendo in questo momento.
Ciò nonostante gli NFT hanno un enorme potenziale inesplorato per gli artisti e per il mondo dell'arte. Le valutazioni attuali sono distorte sia dall'hype che dal fatto che molti cripto-milionari annoiati trattino gli NFT come un nuovo parco giochi. Considerando che il mercato dell'arte è speso equiparabile a un parco giochi per milionari vecchio stile che non sanno come spendere i propri soldi, allora forse sì, gli NFT sono un candidato perfetto per diventare il futuro del mercato dell’arte.
È vero che gli NFT inquinano?
È complicato. Gli NFT su Ethereum sono attualmente “mintati” (coniati) attraverso sistemi inefficienti che consumano molta elettricità. È anche vero che molti artisti sono consapevoli di questo e cercano di compensare il loro consumo con carbon credits o altri metodi.
Queste dovrebbero essere tutte soluzioni temporanee fino a quando Ethereum passerà finalmente ad un modo più green ed efficiente per garantire che i record sulla blockchain (cioè ciò che prova l'integrità del contratto intelligente, in questo caso) siano accurati. Il problema è che, in questo momento, non si sa se e quando Ethereum effettuerà questo passaggio, a causa delle divergenti visioni politiche e strategiche nella comunità.
Ok, ok, ma posso trasformare un mio insignificante disegno digitale in un NFT e venderlo a prezzi esorbitanti?
Certo, ma a che pro? E chi se lo comprerebbe? Come ogni opera d'arte, gli NFT non sono "solo un'immagine" o "solo un video". Il più delle volte sono l'output di un processo concettuale più ampio e complesso. Se questo processo o risultato sia valido, interessante, significativo o esteticamente piacevole è discutibile, come per qualsiasi altra opera tradizionale di arte visiva, multimediale o performativa.
I pezzi di Beeple potrebbero non valere quanto quello che comunemente pensiamo valgano le opere di Monet, ma muovono da un contesto culturale condiviso e significativo che ne legittima il valore artistico. Se sei un artista, hai un'idea, hai sviluppato un processo concettuale e vuoi vendere il risultato di quel processo, certo, gli NFT sono un’ottima opportunità.
Coniare e vendere NFT su uno dei marketplace aperti disponibili (come Rarible e Mintable) è abbastanza facile, ma è anche relativamente costoso (circa 80€, ma è un prezzo che può variare), e non è in alcun modo una garanzia in sé che l’opera sarà venduta per migliaia di euro.