Sorprende leggere la rettifica che Marcus Fairs, il fondatore e direttore di Dezeen, ha pubblicato oggi. Per scusarsi con tutti “gli amici di Milano”, di tutte le industries coinvolte, che si sono sentiti offesi per l’idea lanciata settimana scorsa dalla sua rivista: un Salone del Mobile virtuale gestito dall’estero che era suonato, e forse non solo suonato, very unfair nei confronti di una comunità – del design, di Milano e dell’Italia – che stava strenuamente cercando di resistere all’attacco di uno dei più insidiosi e terribili nemici della sua storia.
Apprezzamento dunque per l’onestà intellettuale e il riconoscimento dell’inopportunità del gesto.
Detto questo, uno dei punti sollevati da Fairs resta più che valido e opportuno. La pandemia infatti ha accelerato alcune dinamiche, come quelle della digitalizzazione, che non potranno essere eluse più a lungo, né dai creativi, né dal sistema delle imprese, né da quello dei consumatori. E ovviamente da quello dei media, che rappresenta al tempo stesso il tessuto, la cornice e lo spirito di questo sistema. Da Domus così ci sentiamo di rispondere rilanciando: perché non incontrarsi intorno a un tavolo, composto dai media del settore e non solo, dalle imprese specializzate e non solo e da soggetti istituzionali per approfondire il tema, analizzare lo scenario e proporre delle prospettive? Una consulta del design che guardando al futuro che necessaramente arriverà, e sarà molto diverso dal passato e dal presente, possa aiutare a immaginarlo. E forse anche a disegnarlo.
Noi ci siamo. Chi altro vuole partecipare?
Immagine di apertura: Piazza Duomo, Milano. Foto Moroguru.