Ha di recente inaugurato il nuovo terminal Milano Prime disegnato da One Works nell’aeroporto di Milano Malpensa. Lo spazio è interamente dedicato alla business aviation, ossia tutto il settore dell’aviazione che ha finalità di business – che include, tra l’altro, il mondo del lavoro aereo, il trasporto di organi e di pazienti e i trasporti di Stato – ma anche tutti coloro che possiedono o usufruiscono di jet privati ed elicotteri. Il terminal di One Works per SEA Prime – società che gestisce le infrastrutture di Aviazione Generale e di Business a Linate e Malpensa – ha una superficie di 1.400 mq con cinque lounge e una sala riunioni, ed è situato su un piazzale di 50.000 mq che serve due piste di atterraggio, un parcheggio VIP e un hangar da 5.000 mq.
Un terminal aeroportuale da attraversare in 3 minuti, al massimo
Il nuovo terminal di lusso progettato da One Works nell’aeroporto di Malpensa è pensato per la futura ‘democratizzazione’ della business aviation.
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- Marianna Guernieri
- 29 luglio 2019
- Milano Malpensa
- One Works
- 1.400 mq
- terminal aeroportuale
- 2019
Il progetto ha ampliato un corpo preesistente con spazi orientati verso il verde per una migliore esperienza dell’utente business che arriva a Milano anche per partecipare alle varie design e fashion week. Se gli aeroporti standard per viaggiatori ‘normali’ concentrano gli sforzi su servizi di ristoro e negozi, nel terminal business avviene l’opposto. Nessun servizio commerciale, solo i bagni, le lounge e una sala riunioni. “I nostri clienti si aspettano rapidità, prima ancora che livelli di accoglienza eccellenti”, spiega Marco Funel, Commercial Developement Manager a SEA Prime. “Questa si calcola dal momento in cui scendono dall’aereo a quello in cui si siedono a bordo. Noi cerchiamo di tenere questi tempi sempre al di sotto dei 3 minuti. Poi cercano privacy, riservatezza. Abbiamo molti clienti che sono celebrità dello spettacolo e dello sport che ovviamente vivono questi luoghi come un’isola felice e protetta da dove iniziare i propri viaggi.” Il servizio più importante, di fatto, è quello che viene offerto agli aeromobili grazie a un hangar per il ricovero e la manutenzione dei jet, veri e propri gioielli la cui gestione è particolarmente gravosa per un privato.
L’aviazione di lusso, quindi, passa per spazi piccoli, neutri e senza fronzoli, pensati per essere attraversati velocemente. Perfino gli uffici della polizia e della guardia di finanza si mimetizzano dietro a pareti lattiginose in vetro bianco, privi di segnaletica. Se per ora si tratta di spazi d’élite per quella piccola fetta di popolazione che se lo può permettere, lo scenario è destinato a cambiare. “Di fatto oggi stiamo vivendo un momento che molti definiscono di ‘democratizzazione’ della business aviation’”, racconta Funel, “con opportunità di acquistare voli su un jet privato che sono alla portata di – quasi – tutti.” A partire dalla commercializzazione degli empty legs: chiunque avrà la possibilità di acquistare quelle tratte che le compagnie aeree non riescono a vendere nel momento in cui le mettono sul mercato. Il jet privato che porta un viaggiatore a Nizza per il weekend, non resterà ad attenderlo per tutto quel tempo, ma tornerà alla base, vuoto. Quel volo di ritorno è un empty leg, e le compagnie stanno cercando di vendere questi spazi a costi ‘relativamente’ bassi (si tratta del 90% percento in meno rispetto al prezzo pieno, ma si parla di cifre che non scendono al di sotto di 600/700 euro per una tratta singola). “Noi stiamo cercando di incentivare e di accompagnare questi sviluppi del mercato con strutture adeguate e accoglienti, sia per il passeggero, sia per l’operatore aereo”, conclude Funel. Che la faccia degli aeroporti sia destinata a cambiare radicalmente con spazi sempre più piccoli e personalizzati in base all’utenza che ospita? Lo scopriremo presto.