Le avanguardie artistiche nel dopoguerra hanno provato a immaginare alcune alternative, come l’architettura dell’aria di Yves Klein – che ha reimmaginato i tradizionali materiali da costruzione sostituendoli con aria, acqua e fuoco – e l’utopismo tecnologico di Buckminster Fuller, che esplorava nuove forme e tecniche di costruzione in connessione con la natura. Tuttavia la cultura del consumismo di massa continua a produrre edifici con nessuna relazione con l’ambiente – con un impatto ambientale sempre più preoccupante. “Air Houses: Design for a New Climate” prova a guardare indietro per guardare avanti. Fa riferimento alle tradizioni vernacolari e ai progetti radicali del Ventesimo secolo, e prototipizza un nuovo modo di progettare e fabbricare gli edifici. Sospese nella copertura, le Air Houses sono costruzioni leggere e flessibili che non solo servono come rifugio, ma interagiscono con le condizioni climatiche – accettando, rifiutando o riorientando il sole, la pioggia e il vento per ottimizzare il comfort e sfruttare al meglio le risorse naturali. Le case inquadrano le piante che crescono e diventano parte dell’architettura, riattivando una simbiosi tra natura e architettura.
fino al 7 gennaio 2017
François Perrin. Air Houses: Design for a New Climate
Chicago Architecture Biennial
Garfield Park Conservatory
300 N Central Park Ave, Chicago