Botswana: un laboratorio

Il Botswana è stato in grado di confrontarsi con la modernità e la modernizzazione a proprio modo: per i Motswana la vita si svolge in un rapporto organizzato con la città.

Gaborone, Il monumento ai “Tre Digkosi” nel centro direzionale
Afferma Kojin Karatani che il concetto di Giappone contemporaneo è nato dal percorso di dibattiti, prove, errori e reazioni critiche che hanno accompagnato la formazione della letteratura giapponese contemporanea.
Per Karatani la realtà del Giappone postfeudale è cresciuta prima di tutto in un potente laboratorio narrativo, al fianco di tutte le istituzioni letterarie, il che comunque non ha ostacolato l’idea della capacità del Giappone moderno di strutturare e dimostrare modi di vivere un genere altro di modernità. Il Botswana, microeconomia della zona meridionale dell’Africa, non ha inaugurato la sua modernità attraverso un’avventura letteraria ma piuttosto impegnandosi nella modernità del progetto architettonico e urbanistico, che è servita quanto qualunque film, romanzo o movimento culturale da laboratorio e da contenitore in cui mettere alla prova e analizzare una condizione futura.

 

Come il Botswana il Giappone è stato capace di affrontare la modernità e la modernizzazione in termini suoi propri, di sceglierne ciò che gli occorreva e di evitare di farsi sopraffare dalle relative conseguenze indesiderate. L’arte di conseguire questo rapporto con la modernità è cosa estremamente rara: la Germania del XX secolo perseguì la modernità in termini tedeschi, in modi che portarono al vicolo cieco del nazismo; la modernità americana crebbe in quel paese tramite l’immigrazione di massa dell’Ottocento e la rapidissima concentrazione del capitale in poche, potenti mani, e per tutto il XX secolo il senso artistico ed esperienziale della modernità americana ha lottato per raggiungere il punto in cui l’economia e la società erano già passate.

Gaborone, capitale del Botswana, è un laboratorio di consapevole progettazione ma, come ogni altro laboratorio può essere chiuso e abbandonato volontariamente. Caso unico nell’urbanizzazione contemporanea, Gaborone non è la residenza principale di chi ci vive, ci lavora e ci fa affari. Nonostante il successo della concentrazione delle istituzioni, dei mercati e dei progetti principali del paese, è un luogo dove un certo rapporto con la modernità – a livello di istituzioni statali, mercato e nazione – si realizza con felice precisione. Ma, dato che la cultura tradizionale e l’economia agricola non sono mai state eradicate, la maggior parte dei cittadini abita fuori città, in una ben fornita rete di città e villaggi progrediti. Questa situazione è stata accuratamente tutelata e dà al Botswana, caso forse unico al mondo, il privilegio e l’occasione di progredire senza compromessi con un piede saldamente piantato nella tradizione e l’altro sapientemente collocato nella modernità. Per questa società la dialettica tra urbano e rurale, tra città e campagna, non esiste.
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