Canali: architetture italiane

Il ciclo di eventi “Canali Associati. Architetture tra Lombardia, Emilia e Toscana” comprende una mostra minuta ma preziosa sull’opera dell’architetto parmigiano.

“Canali Associati. Architetture tra Lombardia, Emilia e Toscana”, Collezione Civica di Sella di Lodrignano, 2016

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La Lectio magistralis di Guido Canali al Teatro Farnese di Parma ha chiuso il ciclo di eventi “Canali Associati. Architetture tra Lombardia, Emilia e Toscana” legati al lavoro dell’architetto parmigiano e promossa dall’Ordine degli Architetti della Provincia di Parma con l’Associazione Muse Arte Contemporanea e il Comune di Neviano Arduini.

A corredo degli eventi e delle visite guidate alle opere, spicca la minuta ma preziosa mostra allestita negli spazi della Collezione Civica di Sella di Lodrignano che vede esposte sei opere, alcune di recente completamento, che restituiscono la paziente ricerca e la complessa e ampia gamma di ambiti del lavoro di Guido Canali, tra progetto e realizzazione.

Attraverso lavori che spaziano dall’architettura residenziale a quella industriale e museale, affrontati con la stessa intensità e coerenza rispetto ai principi da sempre cari all’architetto parmigiano, in mostra troviamo il Museo delle statue-stele al Castello di Pontremoli, il Museo dell’Opera del Duomo e il quartiere residenziale con scuola materna al Portello, entrambi a Milano, gli uffici Smeg a San Girolamo di Guastalla, lo stabilimento Prada a Valvigna e Pinko a Fidenza.

In ogni sala sono esposte due opere, in un dialogo ideale tra di loro, attraverso tavole di progetto, modelli di lavoro e parti di maquette, schizzi di dettagli esecutivi, filmati e tutto ciò che in modo immediato può restituire un modo di lavorare piuttosto che non l’immagine e il significato delle opere compiute, partendo dal principio che una mostra d’architettura non può sostituire l’esperienza dell’opera stessa, tanto più se riguarda il lavoro di un progettista da sempre avverso all’architettura di immediato consumo.

L’impressione, percorrendo gli spazi dell’esposizione, è di trovarsi nello studio dell’architetto, dove i plastici si accumulano e i disegni si sovrappongono, appesi alle pareti o sui tavoli, mentre gli schizzi restituiscono il work in progress delle fasi di cantiere, vero luogo del progetto e dell’eterno conflitto, che per Canali si risolve sempre in un dialogo ininterrotto, talvolta conflittuale ma sempre foriero di illuminanti scoperte, con l’opera stessa e con il committente. Non a caso la Lectio magistralis al Teatro Farnese si è aperta con un confronto aperto ai sei committenti dei progetti in mostra, a testimonianza che la migliore architettura è, se non il prodotto di un lavoro a quattro mani, comunque il risultato di un patto di fiducia reciproca da rinnovare e conquistare giorno per giorno.

E se la produzione di Guido Canali si condensa nei due grandi filoni della costruzione nell’antico e nel paesaggio, in mostra rappresentate con egual dignità e misura, è altrettanto vero che le sue opere si rincorrono come un unico progetto o paragrafi di una stessa vicenda, al punto che quando costruisce opifici, immagina musei e viceversa. Nelle sale della Collezione Civica di Sella di Lodrignano aleggia un senso di unità e di continuità che la visita ai luoghi, per quanto intensa e coinvolgente, a stento può restituire in un unico colpo d’occhio.

fino al 27 novembre 2016
Canali Associati. Architetture tra Lombardia, Emilia e Toscana
a cura di Canali Associati e Paolo Simonetti
Collezione Civica di Sella di Lodrignano, Parma

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