Per Patricia Urquiola diventare art director di Cassina è stato come tornare a casa. Per il Fuorisalone di quest’anno ha celebrato l’azienda con un’installazione nello showroom di via Durini, trattandolo come una galleria d’arte.
Patricia Urquiola & Cassina
Per Urquiola diventare art director di Cassina è stato un ritorno a casa. Per il Fuorisalone ha trattato lo showroom come una galleria d'arte. #MDW2016
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- La redazione di Domus
- 13 aprile 2016
- Milano
All’interno si trovano pochi pezzi, non prodotti in serie, presentati come fossero pezzi unici. Questi sono messi insieme con stile e con spazio sufficiente per parlare per se stessi, con l’ironia necessaria. “Per me ‘design’ vuol dire ‘progettazione’; in altre parole significa dare un valore, fare la differenza. Qui descriviamo gli oggetti, li guardiamo e decidiamo quali ci interessano. Gli oggetti entrano poi nelle abitazioni, articolando il linguaggio della casa di Cassina”, spiega Urquiola.
I prodotti presentati includono anche riedizioni di un certo numero di classici facenti parte del programma C90, che celebra il 90° compleanno di Cassina e che sarà completato il prossimo anno. Tra quelli presentati, uno dei più importanti è sicuramente “Beam”. Questo è un divano modulare strutturato su una trave – da qui il nome – cui si aggiunge una serie di elementi diversi, ad esempio un tavolino e un sedile. La parte più interessante è, assieme alla trave portante, il meccanismo di regolazione dello schienale e del bracciolo, che lo rende più comodo per sedersi. Il meccanismo di regolazione fa chiaro riferimento alla Maralunga di Magistretti, dove il comfort è fornito da un movimento che non è evidenziato come una caratteristica tecnologica e il meccanismo è nascosto.
Sempre di Patricia Urquiola è Gender, una poltrona composta da due elementi: una ristruttura portante rigida dalla forma curvilinea e un cuscino, un elemento morbido di forma differente. L’unione di questi due elementi dà luogo alla sedia.
Entrambi gli oggetti danno luogo a una visione dell’habitat contemporaneo come spazio che deve essere articolato secondo esigenze individuali. Gli spazi cambiano in base al comportamento e agli atteggiamenti di coloro che li abitano, possono evolversi rapidamente anche all’interno della stessa giornata.
Il secondo progetto presentato nella vetrina dello showroom di via Durini è di Konstantin Grcic: un paesaggio di “oggetti spaziali”, oggetti creati per spazi dalla pianificazione aperta, spazi flessibili e “liquidi”, con una identità incerta e mutevole. Schermi, elementi divisori, consolle, tavoli d’ingresso: elementi di arredo che si relazionano ai cambiamenti interni tipici della vita contemporanea.
12 – 17 Aprile
Cassina
via Durini 16, Milano