“Alla base di Free Pixel c’è la constatazione che i LED diventano sempre più piccoli”, spiega Carlo Ratti, a proposito del sistema d’illuminazione disegnato per Artemide con Matthew Claudel.
LED senza limiti
#57 Con Free Pixel progettata per Artemide, Carlo Ratti e Matthew Claudel immaginano una luce da distribuire liberamente nello spazio a creare un ecosistema dinamico. #salone2015
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- La redazione di Domus
- 15 aprile 2015
- Milano
I LED sono minuscoli emissori a basso consumo che possono generare sia elettricità sia luce. Di qui, l’idea di trasformarli in pixel. Di più, in “free pixel”: “minuscoli punti luce che possiamo posizionare dove vogliamo, per creare la situazione che vogliamo”, prosegue l’architetto e ingegnere con studi di progettazione a Torino, Boston e Londra nonché direttore del SENSEable City Lab al MIT di Boston.
LED più pixel crea così un “pixel libero”, senza più limiti, distribuito a piacere nello spazio per creare un ecosistema dinamico, indipendente e mobile. Si possono immaginare, per esempio, degli elementi magnetici che si mettono (accesi) e si tolgono (spegnendoli). “È un po’ come stampare la luce”, precisa Ratti. E qui entra in gioco il braccio robotico esibito nella vetrina dello showroom di via Manzoni. In futuro? “Potresti entrare in un negozio Artemide e uscire con un canovaccio di luce stampata. Andando al di là del codice binario (on, off) delle lampade a incandescenza, Fee Pixel potrebbe essere regolato attraverso sistemi digitali in grado di modulare l’intensità, la posizione e il colore. Potremmo immaginare display tridimensionali, atomizzati e diffusi nell’aria”.
Free Pixel
Design: Carlo Ratti con Matthew Claudel
14–19 aprile 2015
Artemide
corso Monforte 9, Milano