Grazie al suo approccio olistico, alla forma scultorea e all’ottimizzazione degli usi, 2226 si propone come un’architettura valida nel lungo periodo perché unisce sostenibilità e valore culturale. Il nome si riferisce alle temperature di comfort universale, pari a 22-26 gradi Celsius.
Si tratta di un edificio in pietra con pareti, porte e stanze dai soffitti alti. Ha bisogno di poca energia, e una serie di strategie architettoniche elementari è sufficiente per creare un senso di benessere che deriva dalle proporzioni piacevoli e dalla chiarezza delle sue parti.
L’involucro esterno, costituito da due strati di mattoni più un’intercapedine, ha uno spessore totale di 36 cm. Lo strato interno di questa composizione ha un’elevata resistenza alla compressione, mentre lo strato esterno garantisce un efficace isolamento.
La profondità delle finestre riduce l’apporto di calore, mentre bocchette fissate all’interno sono regolate da sensori per garantire un clima confortevole. In inverno, per esempio, la differenza di calore di scarto assicura un alto ingresso di energia e gli sfiati si aprono solo se il volume di anidride carbonica diventa eccessivo.
Durante la stagione calda le bocchette si aprono di notte per indurre il raffreddamento naturale. I sensori supportano, in modo forse meno controllato, la normale attività degli occupanti di un edificio che in termini concettuali, estetici e quotidiani manterrà la sua validità per lungo tempo.
2226, Lustenau, Austria
Tipologia: edificio per uffici
Architetti: Baumschlager Eberle
Architetto esecutivo: Jurgen Stoppel
Impresa: Rhomberg Bau GmbH
Assistenza: Hugo Herrera Pianno, Markus Altmann
Ingegneria strutturale: Mader & Flatz Ziviltechniker GmbH
Illuminazione: Ingo Maurer, SYMETRYS
Sicurezza antincendio: IBS – Institut fur Brandschutztechnik und Sicherheitsforschung
Fisica: Ingenieurburo Kurzemann GmbH
Impianto elettrico: Elmar Graf GmbH
Ottimizzazione energetica: Lars Junghans
Domotica: Peter Stefan Widerin
Laterizi: Wienerberger
Area: 543 mq
Completamento: 2013