Artista e al contempo autore di saggi fondamentali sulla fotografia e sulla teoria dell’arte, Burgin a partire dalla fine degli anni Sessanta ha sviluppato la sua ricerca muovendosi costantemente tra pratica artistica e riflessione teorica.
Questo “terzo spazio” (H. Bhabha, 1991), ovvero il luogo e l’esito di questa oscillazione, è divenuto il fondamento volutamente ambiguo/mobile della sua opera che si è dislocata di volta in volta nelle pagine di un libro o nello spazio di una galleria, richiedendo allo spettatore molto più di un semplice atto percettivo.
![The Ideal City The Ideal City](/content/dam/domusweb/it/notizie/2014/10/23/the_ideal_city/13-lia-rumma.jpg.foto.rmedium.jpg)
In questa prospettiva la fotografia, scelta come mezzo privilegiato, ha avuto molteplici valenze: è stata un forte agente di corrosione dell’autonomia modernista, e inoltre ha consentito di riconfigurare un legame con il reale e di uscire dalle logiche analitiche di molte pratiche concettuali.
Ma che si sia trattato dell’appropriazione o del detournement delle immagini pubblicitarie dei suoi primi lavori, o della rappresentazione dei ruoli sessuali nella storia dell’arte e nei media, il lavoro di Burgin influenzato anche dagli studi di semiotica, cinema e psicoanalisi, ha indagato e decodificato la natura dell’immagine nel definire i termini dominanti della rappresentazione.
![The Ideal City The Ideal City](/content/dam/domusweb/it/notizie/2014/10/23/the_ideal_city/08-lia-rumma.jpg.foto.rmedium.jpg)
Più di recente, Burgin ha indirizzato il suo discorso “verbo-visuale” verso l’architettura e lo spazio psichico, ovvero sulla forza, sul potere che l’architettura detiene nel modellare il mondo e il nostro immaginario inconscio.
Invitato da Lia Rumma a realizzare un lavoro specifico per Milano, Burgin ha progettato The Ideal City, “La Città Ideale”, dove il titolo è un esplicito riferimento al dipinto rinascimentale conservato al Museo di Urbino, simbolo di quell’ideale urbano regolato da rigore geometrico e organizzazione prospettica, ma dove il suggestivo percorso delle associazioni generate da quell’immagine conducono fino alle raffinate ed estranianti sequenze del film di Michelangelo Antonioni La notte.
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fino al 29 novembre 2014
Victor Burgin
The Ideal City
Galleria Lia Rumma
Via Stilicone 19, Milano
![](/content/domusweb20/it/advertisement/archive/2024/12/23/un-premio-per-larchitettura-tra-luci-e-volumi-lfa-award/jcr:content/image-preview.img.rmedium.jpg/1736418398859.jpg)
Un premio per l'architettura tra luci e volumi: LFA Award
Un concorso fotografico internazionale che invita fotografi di tutto il mondo a catturare l'essenza dell'architettura contemporanea. Ispirato all'opera del celebre fotografo portoghese Luis Ferreira Alves, il concorso cerca immagini che esplorino il dialogo tra uomo e spazio.