La mostra “Little Gloating Eve” alla galleria Effearte rappresenta la penultima tappa di un ampio progetto nato lo scorso febbraio presso la Residency Unlimited (NY), attraverso una mostra-conversazione tra Jodi Waynberg e l’artista e approfondito durante la recente residenza presso l’Artists Alliance (NY).
Little Gloating Eve
Effearte presenta a Milano la personale di Beatrice Scaccia, un progetto nato a New York da una mostra-conversazione con Jodi Waynberg e dedicato al suo alter-ego, Eve.
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- 11 settembre 2014
- Milano
Dopo l’appuntamento di Milano, in novembre il progetto tornerà e terminerà a New York con una mostra alla Cuchifritos Gallery nel LES (Lower East Side).
Marco Bussagli, storico dell'arte e pittore, docente dell’Accademia di belle arti di Roma, riassume molto bene il rapporto artista Beatrice Scaccia / personaggio Eve: “…di Bea conosco il percorso creativo, la sua professionalità, il suo impegno e la sua caparbia voglia di fare; conosco anche quella malinconia che traspare dai suoi occhi e rimane appiccicata al foglio di carta quando ci mette la matita sopra. Lei segue il suo filo di Arianna che, a differenza di quello di Teseo, non è fuori, ma sta dentro di lei e il suo compito è dipanarlo come un gomitolo di lana colorata. Bea, però, non può fare tutto da sola e allora ha chiesto aiuto a Eve, il suo alter ego, ma anche la sua coscienza onirica, quella che raccoglie i suoi incubi e le sue angosce. Eve, infatti, non è una vera bambola, è una bamb(ol)ina, una dolly-child inquietante con le vesti grigie e rosse che scolano pericolosamente in macchie ematiche, con la pezza sopra gli occhi e gli abiti dell’inverno in qualunque stagione dell’anno. Eve gioca ed è il gioco essa stessa. Un gioco pericoloso fra la vita e la morte, fra la gioia e il dolore, dove i ninnoli sono spilli e le dande stringhe di contenzione. Di sicuro Bea è Eve di sé stessa, la prima donna del suo mondo interiore, nata dalla costola della sua matita per vivere gli incubi che non riuscirebbe a superare. Non si pensi, però, ad un esercizio di tautologia perché Eve è l’immagine di tutti noi, il rimorso di non essere più bambini e di aver lacerato l’innocenza con la vita e con le lacrime dei nostri dolori e delle nostre delusioni. Eve è il rimpianto di quel che abbiamo perduto perché il mondo ce lo ha strappato; è il vuoto da riempire con la forza dell’arte”.
Sono passati più di due anni dalla prima apparizione di Eve nell’animazione At least a snake, realizzata per il progetto “Patria Interiore” a cura di Manuela Pacella, esposto alla galleria Golden Thread di Belfast e presentato al Macro di Roma. Da allora, Eve, in una narrazione che si fa frammento e ripetizione, in un tempo dilatato in cui le immagini svelano l’assurdo e il magico del nostro quotidiano, ha subito un’evoluzione.
Il risultato di tale maturazione sarà visibile nella mostra milanese, dove si potranno ammirare opere su tavola, animazioni, disegni, schizzi preparatori, un'installazione di ceramiche dell’artista giapponese Toshiaki Noda e persino una colonna sonora ad opera del musicista francese Lionel Laquerrière. La mostra inizia con una raccolta di 96 disegni realizzati dai bambini di una scuola elementare italiana ai quali Beatrice ha chiesto di immaginare e interpretare Eve.
dal 19 settembre al 31 ottobre 2014
Beatrice Scaccia
Little Gloatign Eve
Galleria Effearte
via Ausonio, 1 A / via E. De Amicis 47, Milano