L’immagine è un ritratto iperrealistico della macchina da stampa (dismessa nel 1950) ricostruito virtualmente e virtualmente rinnovato per riprendere a funzionare. Le tubature sono state sostituite, mentre le valvole originali e le componenti mancanti sono state cercate per oltre un anno per ricreare il simulacro. La presenza fisica dell’opera proiettata è esaltata dalla quantità crescente di lastre virtuali di pasta di cellulosa che produce quotidianamente – file digitali che si ispirano alle immagini storiche.
Questi file si accumulano all’interno del disco rigido metallico posato su una struttura in calcestruzzo prefabbricato e mensole di ottone all’interno del padiglione, emulando le balle di cellulosa che si accatastavano accanto al mulino. Quando il disco rigido è pieno viene sostituito da un altro, espandendo continuamente il progetto. Mentre la società comincia a vivere in un mondo senza carta, l’opera ci ricorda che anche i dati digitali vengono memorizzati nello spazio fisico.
Pulp Press, Kistefos, Norvegia
Artista: John Gerrard
in collaborazione con: A2 Architects e Inseq Technical Design
Completamento: 2013