Le forme degli oggetti realizzati erano fra quelle che i volontari hanno visto. Per la giovane designer questo esperimento ha provocato “più domande che risposte”.
E anche due possibili, opposti, esiti: da un lato il desiderio che qualcuno di questi oggetti, come il portafrutta, possa diventare un prodotto industriale; dall’altro l’idea di progettare con ciascun singolo committente l’oggetto iperpersonalizzato, costruendo quindi un rapporto strettissimo con il cliente e trasformando la risonanza magnetica in un “attrezzo artigianale” per la progettazione.
8–13 aprile
Merel Bekking
Brain_manufacturing
via dei Canzi, 19 Milano