Alla Laura Bulian Gallery ha inaugurato a febbraio la nuova mostra dell'artista Elisabetta Di Maggio, "I change but I cannot die", titolo proveniente dalla lirica di Percy Bysshe Shelley, curata da Francesca Pasini.
In questa mostra ci sono due grandi traiettorie: da un lato la trasposizione della figura nella composizione chirurgica dei suoi intagli, dall'altro l'interpretazione di figure che provengono dallo studio scientifico dell'ambiente naturale, come il volo delle farfalle.
La relazione tra natura e fibra interna, reticolare, emerge in Victoria tre grandi foglie di ninfee della famiglia Victoria Regia. Tra le vene dorsali del loro corpo (la loro materia è quasi una carne vegetale) Elisabetta Di Maggio interviene col bisturi, creando esili, ma decisivi sfondamenti d'aria. Una specie di alleanza di reciproca resistenza per dare forma alla fragilità come fonte di trasformazione e non di debolezza.
In Traiettoria di volo di farfalla #05, invece, si fa luce sui recenti studi sui voli delle farfalle hanno chiarito lo speciale movimento di questi insetti impollinatori. Quell' andamento svagato che attribuiva loro, e per metafora agli umani, un'estrosa e incalcolabile traiettoria tra un punto e l'altro, è in realtà legato alla struttura delle ali che trovano la loro estensione attraverso movimenti che non sono compatibili con una direzione lineare tra un punto e l'altro. La simbologia dell'aleatorietà legata a quest'insetto multiforme e multicolore, potrebbe essere in realtà virata nella metafora del procedere dell'esperienza sentimentale e intellettuale, che raramente può sottovalutare le divergenze di rotta.
I change but cannot die
Alla Laura Bulian Gallery di Milano, la mostra "I change but I cannot die" curata da Francesca Pasini propone il lavoro dell'artista Elisabetta di Maggio, in cui le figure provenienti dal mondo scientifico-naturale vengono trasposte in una composizione chirurgica fatta di intagli.
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- 01 marzo 2013
- Milano
Nelle sue opere i materiali che usa mutano proprietà, mentre l'immagine cambia in base alla luce, al luogo, all'orientamento: la carta velina diventa una imprevista forza portante, le foglie assecondano il loro rinsecchimento, ma non si sbriciolano, i saponi assumono una parentela con la cera usata nelle fusioni, la porcellana mantiene il traforo della carta che sparisce nella combustione del caolino.
Fino al 6 aprile 2013
Elisabetta Di Maggio: I change but I cannot die
Laura Bulian Gallery
Via Montevideo 11, Milano