Ave Maria: una nave fluviale

Locale e sostenibile, questo il progetto dello studio Traverso-Vighy nasce per tornare a navigare le acque che scorrono nella Pianura padana.

Ave Maria è una nave fluviale che attraversa le foci del delta del Po lungo l'idrovia che congiunge la provincia di Mantova con il mare Adriatico. Un viaggio che, collegando Mantova a Venezia, attraversa città come Ferrara e Adria passando per piccoli centri e isole come Chioggia e Albarella. Nasce da un progetto turistico che rientra in un'ampia visione di riqualificazione del territorio, iniziata con la riabilitazione dei canali Fissero e Bianco e che, proponendo un modello di vacanza rispettoso e aderente alle dinamiche del paesaggio, promuove la riscoperta delle vie fluviali del basso Veneto e offre una visione privilegiata di un angolo incontaminato di paesaggio rurale.

La sostenibilità del progetto prende forma a due differenti scale: in primo luogo la dimensione territoriale, nell'impiego di aziende presenti nell'area veneta e situate lungo il collegamento tra Mantova e Venezia, zone tradizionalmente dedicate alla produzione navale che possono avvalersi di sapienze artigianali fortemente radicate che costituiscono di per se un valore territoriale. Primo fra tutti il cantiere navale SOGEMI, tra i pochi sopravvissuti nella zona dei laghi di Mantova.

Nella piccola scala saranno invece una serie di accorgimenti tecnici a fornire al progetto un alto grado di sostenibilità: un sistema di climatizzazione in grado di riutilizzare le proprietà termiche dell'aria esausta e l'impiego esclusivo di illuminazione a LED sono tra gli espedienti che permettono di minimizzare il dispendio energetico, mentre sistemi come quello di depurazione delle acque reflue contengono l'impatto dell'imbarcazione su un ecosistema già di per se pieno di complessità.

Ave Maria è inoltre la prima imbarcazione fluviale in Italia ad essere stata costruita seguendo le normative europee sulla sicurezza e ad essere certificata dall'ente internazionale Bureau Veritas.

In apertura e qui sopra: il cantiere. Foto R. Sartor

La Nave Ave Maria, seppur modificando totalmente forma e struttura, nasce dallo scafo smantellato di un'imbarcazione fluviale impiegata nel dragaggio dei canali, costruita nel 1972. La prima fase di realizzazione di Ave Maria è cominciata con il rimodellamento e ripristino dello scafo e successivamente con l'assemblaggio di una struttura interna in lamiera progettata per accogliere le varie parti di cui è composto il progetto.

Il risultato finale è un'imbarcazione di 41 metri di lunghezza, 7,5 di larghezza con un pescaggio di 1,10 metri organizzata su due ponti. Il ponte di imbarco ospita il parcheggio per le bici impiegate nei percorsi diurni e distribuisce l'accesso agli spazi interni della nave: da una parte conduce al primo blocco di cabine sopracoperta, dall'altra ai locali della cucina e alla sala grande, spazio comune che grazie a un progetto di arredo dinamico, si adatta facilmente alle diverse attività previste per la sala, da zona pranzo a spazio lounge. Da questa sala si gode del paesaggio circostante attraverso ampie aperture a tutta altezza e si accede al ponte di comando.

Preparazione degli arredi in legno. Foto R. Sartor

Anche le cabine, che occupano tutto lo spazio sottocoperta, sono state realizzate per poter modificare le loro caratteristiche e adattarsi alle esigenze di bordo: i letti, progettati ad hoc per questi spazi, possono tutti trasformarsi in letti castello, ogni letto singolo può essere abbinato ad un altro per farne uno matrimoniale e ogni cabina singola può trasformarsi in doppia, con un letto a ribalta. Il ponte sole della nave si trasforma infine in un punto panoramico, grazie alla presenza di balaustre, tavoli e tendalino pieghevoli che possono abbassarsi durante la navigazione e costituire una sala all'aperto quando la nave è attraccata.

Se la struttura della nave si compone di due parti distinte tra vecchio scafo e nuovo hotel, anche il suo carattere sarà dicotomico
Il ponte superiore. Foto A. Ferrero

Se la struttura della nave si compone di due parti distinte tra vecchio scafo e nuovo hotel, anche il suo carattere sarà dicotomico: da una parte disegnata secondo le necessità tecniche richieste da un'imbarcazione, dall'altra pensata per fornire un servizio di grande comodità, cercando di coniugare gli articolati spazi navali con la necessità di creare ambienti piacevoli e facilmente fruibili. La scelta dei materiali e il disegno accurato delle finiture fanno sì da ottenere degli spazi comodi che allo stesso tempo ottimizzano la fase di prefabbricazione e semplifichino le operazioni di manutenzione. Mobilio e rivestimenti interni sono stati realizzati in compensato marino, la boiserie è stata fissata con borchie che ne rendono facile sia il montaggio che la sostituzione.

Le cabine. Foro A. Ferrero

Le fasi di prefabbricazione hanno permesso di separare le fasi di realizzazione in modo tale da ottimizzarne i tempi e conseguentemente diminuire i costi. I blocchi impiantistici, che costituiscono un nodo di grande complessità in un progetto dalle normative ferree e dagli spazi ridotti, sono stati realizzati interamente fuori opera. Queste caratteristiche sono state possibili grazie ad un disegno accurato dei dettagli e alla prefabbricazione di tutte le unità; le cabine e i bagni sono stati composti fuori opera con elementi appositamente disegnati, in modo da poter essere strutturalmente indipendenti e poter semplicemente essere inserite all'interno della struttura dell'imbarcazione.

La cabina diventa una matrimoniale. Foto: A. Ferrero

Ave Maria, nave fluviale 2011
Armatore: VITAPUGNA srl
Progetto: traverso-vighy
Giovanni Traverso, Paola Vighy, con Giulio Dalla Gassa, Sheerja Iyer, Elena Panza, Valentina Rossetto
Progettazione strutturale: Ing. Luciano Disperdi, Ing. Stefano Signori
Verifiche e certificazione: Bureau Veritas
Cantiere navale: SOGEMI srl
Progetto impianto elettrico: Marco Sabbatini