Accanto ai modelli esistenti della Superleggera in frassino naturale, laccato nero o bianco con seduta in canna d’India, sono oggi disponibili nuove varianti provenienti dalla produzione di Cassina degli ultimi anni Cinquanta, con seduta imbottita colorata in pelle o tessuto sfoderabili. Questa versione è disponibile in frassino naturale o tinto bianco oppure nero a poro aperto, che scopre la vera essenza e il fascino naturale del legno. La seconda riedizione, disegnata da Ponti negli anni Cinquanta per le esposizioni e mai messa in produzione, propone una struttura laccata bicolore bianca e nera con seduta imbottita in pelle bianca o grafite: “In penombra”, disse Ponti, “sarà ancora più leggera perché si reggerà solamente su due gambe”. La Superleggera, riconosciuta dallo stesso architetto e designer come uno dei suoi tre capolavori (insieme al grattacielo Pirelli a Milano e la Concattedrale di Taranto), è un simbolo di perfezione ed equilibrio tra solidità e leggerezza con una sezione triangolare di soli 18 millimetri e un peso minimo di 1,700 grammi. Ininterrottamente prodotto da Cassina dal 1957, è il frutto della ricerca di Gio Ponti e dell’abilità e capacità di sperimentazione e di lavorazione di Cassina e dei suoi artigiani.
Cassina prosegue nella ricerca sulla vasta opera di Le Corbusier ed esplora la produzione del grande architetto e designer negli anni Cinquanta. Tabouret, Table de Conférence, Table de Travail avec Rayonnages e Portemanteau, quattro affascinanti strumenti dell’abitare che vengono industrializzati da Cassina per la prima volta e che si aggiungono alla collezione di Le Corbusier, introdotta nel 1964 per dare vita alla ‘Collezione Cassina I Maestri’. Su ogni singolo oggetto viene condotta una appassionata ricerca e un attento studio dei dettagli e degli accorgimenti costruttivi attraverso lo studio di disegni, schizzi e prototipi originali, lavorando, come sempre, in collaborazione con la Fondazione Le Corbusier. Dopo anni di sperimentazione del tubolare metallico, Le Corbusier utilizzò il legno soprattutto nella maturità artistica, in una ritrovata vicinanza con la natura, orientando la produzione verso oggetti elementari e archetipi. Infatti, l’essenzialità e semplicità di ogni arredo è esaltata e impreziosita da lavorazioni complesse, per esempio le giunzioni a coda di rondine del Tabouret, frutto di una estrema precisione costruttiva, o i pioli modellati a fungo del Portemanteau che rivelano la capacità di Cassina di “plasmare” il legno.