Echi di Carlo Scarpa e high-tech in una ristrutturazione a Verona

Una gioielleria del centro si trasforma in coworking, e Masaai studio preserva le tante vite dell’edificio tra storia, impianti messi in mostra e ricerca dei dettagli.

Spazio Diaz è un coworking nato da una ristrutturazione nel nucleo storico di Verona, a pochi passi da Porta Borsari. L’intervento lavora su due registri: da una parte il "nuovo", narrato per soluzioni di dettaglio in materiali, lavorazioni e finiture, applicati a superfici e oggetti, esistenti e nuovi; dall’altra, l’intonazione con lo spazio dell’edificio storico.
E il mood scelto, come raccontano i progettisti, è quello di un’atmosfera neutra, quasi fredda, per lasciare le pareti in mattoni trasudanti di storia parlare ai futuri utilizzatori di questo ufficio condiviso.

MASAAI studio, Spazio Diaz, Verona, Italia, 2024. Foto Del Rio Bani

Quanto celare e quanto lasciare in vista, lo decide il programma degli spazi, con stanze rivestite e insonorizzate per gli uffici singoli, a cui si contrappone il corridoio: uno spazio che lega fisicamente e metaforicamente l’intero piano.
Qui, corrono impianti e cablaggi lasciati a vista, in sintonia con una griglia nera già presente dagli anni Ottanta per rinforzare le strutture. Divisori in vetro opalino inseriti in sottili telai d'alluminio separano, ma lasciano filtrare la luce naturale delle finestre, che va ad essere assorbita sul pavimento in micro-cemento, un'altra scelta che lega gli ambienti.

Abbiamo cercato di mantenere le atmosfere piu neutre possibili con un approccio volutamente distaccato, essendo il progetto originario già fortemente influenzato da echi scarpiani. Tra la struttura medievale e l’intervento degli anni '80 ci troviamo così da essere il legante e il metro invisibile della storia

Matteo Savoia, Masaai studio

Emergono, infine, evidenti echi scarpiani nella trave sagomata a cui Studio Masaai si aggancia per ri-perimetrare gli ambienti interni. Questo insolito elemento, appeso tramite 14 tiranti che punteggiano gli uffici, serviva in passato non solo a sostenere le pesanti casseforti dell’ex gioielleria presente nei locali, ma anche a proteggerle da eventuali intrusioni dall’alto, assieme alla griglia nera del corridoio. Oggi, questo oggetto quasi artistico trova all’interno di un nuovo uso urbano, il coworking, un nuovo ruolo e un nuovo posto, e si aggiunge ai numerosi segni della storia che permeano questo intervento di riuso adattivo.

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