Le location sono protagoniste del Fuorisalone tanto quanto e talvolta persino più dei progetti, dei prodotti e delle installazioni che contengono. Spesso la sfida per brand, art director e progettisti è anche quella di trovare un buon equilibrio tra l’atmosfera e le qualità di un luogo, da una parte, e la valorizzazione degli oggetti, dall’altra, affinché le prime siano cornici e non rivali per le seconde. Nei suoi 35 anni di esistenza, inoltre, il Fuorisalone non si è solo moltiplicato in una quantità pressoché infinita di spazi interni ed esterni, privati e pubblici, al piano terra o in quota. Sì è evoluta, in parallelo, la tipologia dei luoghi scelti per mostre, conferenze, feste e quant’altro.
Gli antichi palazzi del centro, tra i primi ad essere investiti da questo processo espansivo, continuano ad essere protagonisti, ammantando le novità dell’anno del loro prestigio decorato e spesso un po’ fané. Le convincenti installazioni di Flos a Palazzo Visconti, di Grohe a Palazzo Reale e di Loewe a Palazzo Citterio, tra le moltissime che si potrebbero citare, lo confermano. Il Fuorisalone degli anni ’20, però, è in grado di riconoscere il fascino meno scontato e meno gridato di altre architetture. La città del Novecento, spesso un po’ logora e talvolta abbandonata, si sta imponendo poco a poco come un’“infrastruttura” cruciale per la manifestazione.
La sfida per brand, art director e progettisti è anche quella di trovare un buon equilibrio tra l’atmosfera e le qualità di un luogo, da una parte, e la valorizzazione degli oggetti, dall’altra.

L’incontro è abbastanza logico. La Milano moderna è sempre più cool e pop, celebrata anche da una genealogia di coffee table books che sembra non esaurirsi mai – tra i più recenti e colti vale la pena di citare Nelle case. Interni a Milano 1928-1978, di Orsina Simona Pierini ed Enrico Morteo (Hoepli, 2023). Al contempo, i gestori di spazi talvolta abbandonati – soprattutto strutture ex-industriali –, altre volte in attesa di nuova destinazione – ad esempio le architetture del welfare del secolo scorso, come cinema e piscine –, vedono nel Fuorisalone un’occasione preziosa di introiti e di visibilità. In questo senso, la speranza è che il successo di un evento possa tradursi sul medio-lungo termine in un progetto di recupero e riapertura permanente.
Domus ha selezionato 5 luoghi del Fuorisalone 2024: alcuni sono novità assolute di quest’anno, e tutti rappresentano bene la “novecentizzazione” della settimana più agitata e importante del design milanese e, forse, mondiale.
Immagine di apertura: Cinema Casoretto. Foto Daniele Ratti

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