Un aspetto che mi ha piacevolmente sorpreso e interessato è, nell’ambito di Euroluce, l’aver dato ampio spazio alla componente culturale dell’attività progettuale dedicata alla luce, attraverso una mostra diffusa all’interno del nuovo layout espositivo. The City of Lights è una boccata d’ossigeno che ci permette di conoscere, riconoscere e sognare la luce mediante il racconto di una pluralità di voci curatoriali e progettuali, coordinate dall’ideatore e curatore scientifico Beppe Finessi; si crea, così, un dialogo “in divenire” con il visitatore, che viene continuamente catturato da una serie di mostre e “costellazioni” il cui tema, la luce, viene raccontato attraverso la fotografia, il design e l’arte.
A volte ho pensato di trovarmi in Fiera, altre in un museo, bello! Non capita spesso di vedere, per esempio, i disegni originali che hanno generato alcune tra le più conosciute lampade di Gae Aulenti, i lucidi con schizzi e disegni di Umberto Riva insieme alle sue poesie luminose, ben cinque lampade Edipo di Corrado Levi – che ci ricorda quanto sia arricchente giocare con la poetica del paradosso – arrivando, poi, ai continui tentativi di spiazzare il nostro sguardo attraverso la ricerca fotografica di Guido Guidi. Questi sono solo alcuni esempi delle cosiddette “costellazioni”, sapientemente ideate dallo studio Formafantasma, insieme a libreria e arena.
Una serie di mostre a tema come, per esempio, Albe, luci di domani curata da Matteo Pirola o la monografica dedicata a Helene Binet, progettata e curata da Matteo Curzi, permettono di continuare questo dialogo.