Vitra
Vitra, per il suo stand del 2019 a Rho Fiera, si è ispirata non a uno, ma a quattro differenti stili di vita. In quello che pareva un ambiente da sitcom in technicolor – compresa la moquette verde erba – il gigante svizzero dell’arredamento ha sistemato quattro abitazioni spiritosamente progettate: Il collezionista, Il bohémien, L’imprenditore globale e Il nomade. Ciascuna scenografia presentava una differente interpretazione dei classici prodotti Vitra e comprendeva nuovi pezzi di Edward Barber & Jay Osgerby, Ronan & Erwan Bouroullec, Antonio Citterio, Konstantin Grcic, Hella Jongerius.
Preciosa
Per creare l’ondulata giostra che costituiva lo stand di Preciosa all’Euroluce di quest’anno sono state adoperate quasi ottomila sfere di vetro. Secondo il progetto del direttore creativo Michael Vascu le sfere reagivano al movimento degli umani, accendendosi in ondate luminose con la rotazione dello stand. I pendagli di vetro avevano sfumature opaline, d’ambra satinata, trasparenti e rosa satinato. Si estendevano per un diametro di nove metri, creando una supplementare pausa spettacolare nel padiglione di Euroluce.
Design Holding by Calvi Brambilla
Design Holding, che comprende B&B Italia, Flos e Louis Poulsen, ha vinto il premio per lo stand più grande, che si estendeva per 4.000 metri quadrati. Ma il punto principale non era la superficie: nel corridoio esterno, tra gli spazi d’esposizione, l’azienda aveva installato una parete interattiva che raccontava la storia di alcuni dei suoi progetti più rappresentativi. Toccando dei punti della parete venivano evocate proiezioni come quelle su Achille Castiglioni, Gaetano Pesce e Formafantasma, tra il grande apprezzamento dei visitatori.
Il wall interattivo di Dotdotdot per Design Holding
Arper by Studio Maio
Nell’ambiente frenetico di Rho Fiera, Arper ha chiesto a tutti di rallentare. Il suo spazio espositivo, intitolato Soft(er) Spaces, ha assunto la forma di un volume completamente bianco gravitante intorno ad alcune piante d’arancio. Progettato dallo Studio Maio di Barcellona, presentava velari trasparenti, illuminazione discreta e pannelli appesi dai colori pallidi, mentre folle di visitatori della fiera invadevano le sedute generosamente predisposte nello stand alla ricerca di un’agognata pausa.
Kvadrat
Lo stand di Kvadrat, quest’anno progettato in proprio, si ispirava a un’estetica discreta, fatta di legno chiaro grezzo. Come nella struttura di una casa in via di costruzione l’azienda danese del tessile ha optato per la semplicità, esponendo i suoi prodotti in fasce di tendaggi pieghettati appese per tutta la struttura. Una scelta espositiva sobria che era un apprezzato momento di riposo nel contesto affollato della fiera.
USM by UNStudio
Per il secondo anno consecutivo lo studio d’architettura olandese UNStudio ha dettato l’impostazione dello stand di USM, progettando per questa occasione una piattaforma interattiva che chiedeva ai visitatori di decorare pareti, pavimento e arredamento con adesivi che raffiguravano le classiche geometrie di USM e motivi nuovi di zecca. L’idea del progetto, battezzato #making places, stava nell’esplorazione del ‘terzo spazio’, il luogo pubblico fuori dall’abitazione o dall’ufficio dove le persone socializzano e lavorano.
Quinti Sedute by Roberto Baciocchi
Roberto Baciocchi, architetto e collaboratore di Quinti Sedute, è stato incaricato di allestire lo stand 2019 dell’azienda alla Fiera di Rho, creando uno spazio ispirato alle discoteche, con colori ipersaturi e fari violenti. Un sipario di plastica avvolgeva l’esterno dello stand, ricoperto a terra da un pavimento color fucsia in sintonia con i mobili a colori vivaci, mentre una serie di enormi oblò forava l’involucro dello stand per amplificare l’effetto.
Vibia
“Trasognatamente industriale” è la definizione migliore dello stand dell’azienda dell’illuminazione spagnola Vibia nella sezione della fiera dedicata a Euroluce. Semplice, ma ricco di vaghezza atmosferica, lo stand era formato da una serie di volumi bianchi intersecati, articolati da sipari trasparenti dalle tonalità sommesse. Blocchi di cemento da costruzione in sfumature analoghe a quelle dei sipari erano usati come piedestalli e per definire percorsi nello spazio, dandogli l’aspetto di un opulento deserto.