One World Trade Center, il grattacielo più alto di New York

Un edificio che racconta di tragedie passate, impeto di rinascita e record contemporanei, ma che è soprattutto un manifesto di sostenibilità e di equilibrio tra forma e funzione.

1776: un anno (quello della Dichiarazione d’Indipendenza degli Stati Uniti d’America) o una misura (in piedi, pari a circa 541 m) che corrisponde all’altezza del grattacielo più alto di New York, che probabilmente è anche quello più simbolico della città americana costruito in questo millennio.

La Freedom Tower, che è l’altro nome con cui è conosciuto One WTC, è la più rilevante  delle nuove torri che sorgono sull’area di Manhattan dove, fino all’11 settembre 2001, insistevano le “torri gemelle” spazzate via dai Boeing 767 nell’attacco terroristico.

Skidmore, Owings & Merrill (SOM), One World Trade Center, New York, USA 2014. Courtesy SOM

Freedom Tower è l’edificio più alto di tutto l’Occidente, non solo di New York. Un’opera che riafferma, attraverso un primato, la preminenza di Lower Manhattan come centro di scambio e commercio globale e consegna al mondo un’icona civica che sa di resilienza.

One World Trade Center: un caleidoscopio urbano

Tredici anni di confronti, polemiche, esborsi milionari, progetti avviati, stracciati e ripresi: l’edificio più alto di New York scaturisce da un’agonia mediatica e procedurale, partita con la tragedia del 2001 e confluita nel concorso internazionale bandito nel 2003 per ridisegnare il masterplan generale dell’area, vinto da Daniel Libeskind. Accantonato dopo alterne vicende, per disaccordi con lo sviluppatore, l’originario progetto di Libeskind (di cui resta poca traccia se non nella proposta della simbolica quota), la palla (o la matita) passa al celeberrimo studio Skidmore, Owings & Merrill (Som) e, in particolare, all’architetto David Childs che ne delinea la configurazione attuale.

Skidmore, Owings & Merrill (SOM), One World Trade Center, New York, USA 2014. Courtesy SOM

La costruzione, situata nel lato nord-ovest del sito a poca distanza dalle due vasche quadrate del 9/11 Memorial che rievocano il sedime delle torri scomparse, si sviluppa su 104 piani e ospita in prevalenza uffici, oltre a ristoranti, un osservatorio panoramico su più livelli e spazi commerciali interrati.

Il volume si eleva su una base cubica corrispondente ai primi venti piani, rivestita in pannelli di vetro laminato e doghe orizzontali in acciaio inossidabile goffrato, dove si collocano l’atrio multipiano, i locali tecnici e gli impianti di risalita. Gli ingressi sui quattro lati del cubo, rimarcati da pensiline vetrate e portali traslucidi in vetro e metallo, creano una connessione fluida con gli spazi aperti circostanti scanditi da aree verdi, sedute e percorsi di collegamento con l’adiacente Memoriale e con il quartiere.

Skidmore, Owings & Merrill (SOM), One World Trade Center, New York, USA 2014. Courtesy SOM

Al di sopra del basamento, la torre si torce su sé stessa e si rastrema verso l’alto, trasformandosi in un prisma composto da otto triangoli isosceli allungati in facciata che, grazie alle variazioni di angolazione, mitigano l’impatto massivo della ciclopica costruzione sull’intorno.

L’impianto rigorosamente quadrato della base si ripropone in sommità, in dimensioni ridotte e con una rotazione di 45 gradi rispetto al livello del suolo, mentre ad un’altezza intermedia l’edificio assume una pianta perfettamente ottagonale.

In sommità, un’antenna per le trasmissioni alta 124 metri proietta la torre verso il cielo. Pannelli di vetro riflettenti rivestono i settantuno piani di uffici e compongono la facciata continua del grattacielo, trasformandolo in un caleidoscopio che intercetta i ritmi della metropoli circostante e li trasforma in giochi di luce cangianti a seconda delle ore del giorno e della posizione dell’osservatore.

Skidmore, Owings & Merrill (SOM), One World Trade Center, New York, USA 2014. Courtesy SOM

Forma e funzione

Diversamente da molti interventi in cui la tensione auto-celebrativa e la spettacolarizzazione prendono il sopravvento sul ragionevole impegno ad ottimizzare efficienza e benessere ambientale, la composizione dell’edificio scaturisce da esigenze rigorosamente funzionali oltre che rappresentative, divenendo un esempio di equilibrio tra un design accattivante ed elevate prestazioni.

Il podio alto 50 metri e senza finestre (ampiamente dibattuto nel corso dell’iter progettuale), realizzato in cemento ad altissima resistenza, è stato accuratamente progettato per protezione in caso di incidenti o attacchi terroristici.

La forma aerodinamica della torre vetrata è stata modellata per rispondere alla spinta delle raffiche di vento battente sui fronti e ridurre conseguentemente la quantità di acciaio strutturale necessaria e i relativi costi di realizzazione.

Skidmore, Owings & Merrill (SOM), One World Trade Center, New York, USA 2014. Courtesy SOM

La struttura ibrida della Freedom Tower, composta da un telaio perimetrale in acciaio e da un nucleo strutturale in cemento ad alta resistenza con funzione di colonna vertebrale dell’edificio per sostenere spinte gravitazionali, sismiche ed eoliche, consente di liberare i piani dalle partizioni intermedie o ridurne lo spessore, a favore di una riduzione dei carichi e di una maggiore flessibilità degli ambienti. 

L’alta sostenibilità della Freedom Tower

One World Trade Center è un manifesto di sostenibilità che si spinge oltre anche gli standards più elevati, come conferma la certificazione Leed Bd+C CS (Core & Shell) Gold.

Tecnologie per la gestione energetica, provviste di una raffinata sensoristica, ottimizzano l'uso dell'energia e il benessere microclimatico: dal sistema di riutilizzo del calore di scarto prodotto dagli ascensori e dagli impianti per riscaldare l’acqua sanitaria, all’installazione di impianti di raccolta delle acque piovane per l’irrigazione, al processo che sfrutta le raffiche di vento in facciata e le converte in energia grazie a una domotica avanzata.

Skidmore, Owings & Merrill (SOM), One World Trade Center, New York, USA 2014. Courtesy SOM

La facciata continua in pannelli di vetro riflettente e a bassa emissività, estesi da pavimento a pavimento e senza montanti intermedi (i più grandi mai prodotti in serie per un edificio di queste dimensioni), ottimizzano l’ingresso della luce naturale riducendo gli apporti dell’impiantistica meccanizzata e le dispersioni.

L’elevata percentuale di materiali e componenti riciclati e reperiti localmente contribuisce alla riduzione dell’impronta ecologica dell’intervento.

One World Trade Center e sicurezza

Il team di progetto ha operato affinché la torre più alta di New York divenisse un paradigma di sicurezza in caso di incidente o di attacco terroristico, tanto da finire per impattare sui codici edilizi vigenti in città. Tra i numerosi accorgimenti adottati, tutti i vani scala e ascensori sono compartimentati da setti in cemento di dimensioni maggiori rispetto a quelle richieste da normativa, così come le rampe (di cui alcune ad uso esclusivo dei Vigili del Fuoco) presentano una larghezza superiore del 50% rispetto ai modelli correnti per agevolare l’esodo. L’intero sistema di captazione dell’aria esterna è inoltre caratterizzato dalla presenza di filtri appositi contro il rischio di incidenti ambientali o di attacchi terroristici di natura chimico-biologica.