Si è spento Gaetano Pesce, “designer, poeta, maestro, filosofo, alchimista, ingegnere e narratore”. In anni recenti, il suo nome era tornato alla ribalta, più vivo che mai, anche grazie a importanti collaborazioni come quella con Bottega Veneta. Alla Milano Design Week era atteso come ospite d'onore, maestro del design italiano: si è spento qualche giorno prima. Lo ricordiamo con questa chiacchierata in cui raccontava i suoi progetti, sempre attualissimi, sempre visionari, che avrebbe portato al Fuorisalone.
Gaetano Pesce, infaticabile grande guerriero delle cose della vita, quest’anno arriva nuovamente a Milano durante il Salone del Mobile con due grandi progetti.
“Nice To See You” è il nome della mostra, gratuita per il pubblico, allestita alla Veneranda Biblioteca Ambrosiana, luogo carico di significato per un maestro fuori dal coro come lui. L’architetto, artista e designer raccoglie una trentina di recentissime opere, realizzate tra il 2023 e il 2024, “selezionate non solo per il loro ruolo funzionale, intrinseco della parola design, ma anche come portatrici di messaggi. Oggetti dal doppio significato, quello utile e quello del far pensare”, commenta l’autore e dedica la mostra a una preoccupazione che ha da anni, ossia la vita sociale in genere.
“Nella Sala delle Accademie della Biblioteca Ambrosiana mostriamo che il design non è morto. Il design dei vari art director che non hanno ragione d'essere e portano le industrie italiane a ripetere sé stesse senza creatività. Questo non è il design che mi interessa. Quello che vogliamo trasmettere noi è ricco di significato, non solo la forma segue la funzione, ma ha un terzo elemento molto importante, ossia il significato, che può far riflettere a livello politico, socio-economico, religioso, filosofico, comportamentale e personale.” Questo è il messaggio principale che “Nice To See You”, idea nata l’estate scorsa, intende trasmettere.
“Se qualche persona uscirà dalla mostra avendo capito questo, credo che il nostro sforzo sarà ripagato. E quindi ringrazio sia la direzione del museo che ci ha ospitato in questo luogo di trionfo della creatività italiana dove siamo onorati di portare il nostro lavoro, e anche chi verrà a visitarci e che capirà i nostri messaggi. I messaggi di certe opere sono ricerca che da soluzione formale, in altri casi sono riflessioni sul tempo o sulla politica. C'è una grande scultura/divano di due mani ammanettate: certe mani in catene sono ingiustificate, su queste noi appoggiamo il nostro di dietro e questo dovrebbe far riflettere che una delle ragioni su cui mettiamo il di dietro è l'importanza di avere un'informazione dai giornali e in genere della cultura del nostro tempo che non siano cose per formare la gente, ma che le informa facendole riflettere. In quel momento lì, in questo modo, il senso della mia mostra è raggiunto”.
Quello che vogliamo trasmettere noi è ricco di significato, non solo la forma segue la funzione, ma ha un terzo elemento molto importante, ossia il significato, che può far riflettere a livello politico, socio-economico, religioso, filosofico, comportamentale e personale.
Gaetano Pesce
Ma c’è di più: una grande istallazione monumentale, realizzata in collaborazione con il Comune di Milano, dal titolo feroce L’Uomo Stanco, in Piazza San Pio XI. L’Uomo Stanco, racconta della fatica etica del Sesso Forte.
“L'uomo in passato ha fatto un sacco di scoperte, importanti realizzazioni, inventato aerei eccetera, ma tutto questo ha provocato una forma di fuga di energia che lo vede oggi stanco e i segni di questa stanchezza sono che i politici non servono i paesi che governano, molta gente usa delle attitudini non corrette e non oneste, e in genere la vita invece che proiettarsi positivamente verso il futuro, si impoverisce”.
Pesce prosegue sostenendo che, come aveva detto Umberto Eco, tutto ciò è dovuto ai social media, alla pubblicità superficiale della TV. “Invece di migliorare ho l'impressione che il mondo decada, ne sono un segno evidente le guerre attuali che sono fuori dal tempo, visioni che guardano indietro invece che avanti, i cui ingenti costi potrebbero essere destinati a far avanzare la cultura dei luoghi, migliorare il pensiero delle persone in paesi importanti quali la Russia, Cina, Corea del Nord e Iran, dove invece di usare i mezzi che hanno per far evolvere i loro cittadini e luoghi, li usano per tornare indietro.”
Ma c’è uno spiraglio di ottimismo nelle parole dell’artista: “l'uomo è stanco e per fortuna la donna prende sempre di più spazio nel pubblico e non più nel privato, per fare delle cose che hanno senso, perché la donna ha la funzione di servire, non intendo servire nel senso banale del termine, ma servire i luoghi nei quali investe il suo tempo e impegno, quindi in politica, nel sociale nel business eccetera, dando dei risultati che sono evidenti. Penso che la mancanza di onestà di certi uomini non avvenga nelle donne. La donna è ancora un individuo che, avendo vissuto per secoli nel privato, è piena di energia genuina e questo dovrebbe far riflettere. La grande scultura dell'uomo stanco di otto metri di altezza tende a far riflettere su questo, e spero che accada”. Grazie Maestro.
Immagine apertura: Foto Olga Antipina