Lo sgabello di Gellner torna in legno di briccole veneziane

Di nuovo in produzione gli sgabelli a incastro dell’architetto austriaco su iniziativa di Pieces of Venice con la collezione Campo San Barnaba, recuperando il rovere di laguna sui principi della sostebilità.

Questo articolo è stato pubblicato in origine su Domus 1066, marzo 2022.

“Eseguire campione”, annota in corsivo Edoardo Gellner (1909-2004) nel 1958, a margine dello studio di uno sgabello per arredare le camerate della colonia Agip per i figli dei dipendenti, a Borca di Cadore, vicino a Cortina d’Ampezzo.

Gellner, architetto di origine austriaca, proprio in quegli anni aveva ricevuto l’incarico di progettare l’intero villaggio vacanze del gruppo ENI. Specializzato nell’architettura di montagna, individua il territorio e conduce un progetto di urbanistica sociale sapientemente integrato nel territorio, disegnandone le architetture e gli interni, con grande cura dei dettagli e della scelta dei materiali.

Per la colonia Agip, Gellner disegna arredi di legno, che contribuiscono a rendere l’ambiente accogliente e personalizzabile. Immagina una serie di sgabelli a tre gambe, dall’impiego flessibile – sono utilizzabili come sedute, comodini o strutture per giocare – e facilmente maneggevoli grazie a una serie di fori sul piano d’appoggio. Il disegno d’archivio mostra le riflessioni dell’architetto sugli incastri e la stabilità dell’oggetto impilato. Gellner pensa anche a un risvolto ludico: gli sgabelli avrebbero incoraggiato i bambini a trovare soluzioni per giocare perché, incastrati fra loro tramite le gambe, avrebbero potuto diventare cilindri cavi da far rotolare.

Sgabello di Edoardo Gellner rieditato da Pieces of Venice, collezione Campo San Barnaba. Courtesy Pieces of Venice
Sgabello di Edoardo Gellner rieditato da Pieces of Venice, collezione Campo San Barnaba. Courtesy Pieces of Venice

Realizzati in legno di mogano e frassino, sono industrializzati da Fantoni fino al 1963, per poi scomparire dal catalogo. Il felice dialogo con Michele Merlo, oggi prosecutore dello studio di Gellner, con Luciano Marson e Karin Friebel, fondatori di Pieces of Venice, ha portato a credere nella riedizione del progetto, realizzandolo però con il legno di recupero delle briccole veneziane – i pali impiantati nei canali come segnaletica per le imbarcazioni – fatte di un rovere resistente e adatto anche all’esterno. Il risultato concilia la volontà di divulgare il lavoro di Gellner con i valori a economia circolare di Pieces of Venice (premiata con il Compasso d’Oro 2020), che si distingue per la costante ricerca di progetti sostenibili che raccontano la storia della città di Venezia. 

Per lavorare il rovere di laguna, si è tornati in montagna: i primi prototipi sono stati affidati a un artigiano di Cortina, che ha testato la fattibilità della produzione. Nasce così Campo San Barnaba, la collezione di legno di briccola composta da un set di tre sgabelli di altezze differenti e un tavolino dal ripiano asportabile (sempre ispirato a Gellner). 

Il nome omaggia il luogo a Venezia dove l’architetto ha vissuto, innamorato della città e trainato dalla passione per la barca a vela. La sua camera affacciava proprio sulla chiesa coronata da un rosone traforato, forse un’inconsapevole forma d’ispirazione.

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