Con la prospettiva ipotizzata dall’Europa di un 2035 a partire dal quale saranno venduti esclusivamente veicoli a emissioni zero, cosa diventerà l’automobile? Un museo dell’automobile, dunque, diventerà letteralmente un museo, alla stregua di quelli di paleontologia?
In realtà, a mano a mano che il nostro rapporto con lo spostamento individuale si andava modificando, anche i musei dell’automobile si sono evoluti in forma e in ruolo. Dalla forma prebellica della collezione — personale come quella torinese di Biscaretti di Ruffia, o finalizzata al controllo dei brevetti come la prima collezione Daimler — colla fine della guerra e l’esplosione industriale abbiamo visto nascere i musei veri e propri, a celebrare i risultati di interi contesti produttivi, o di singoli brand che andavano consolidando la loro natura di icone.
Oggi che non è più questione di celebrare il prodotto, l’oggetto-auto, si parla di luoghi dell’esperienza, più che di istituzioni museali nell’accezione classica, luoghi dove avviene anche il presente dell’automobile oltre che il suo passato, e spesso si ragiona sulle sue implicazioni future. A volte sono integrati nella sede o nel centro di vendita, come per BMW o Volkswagen; a volte è lo stabilimento stesso a farsi esperienza, come capita con Ferrari a Maranello; a volte invece sono impianti narrativi di epoche e di mondi come il Mauto a Torino.
Anche il ruolo degli spazi e dell’interfaccia si è evoluto: non più semplice contenitore per un contenuto, quello che il più delle volte si configurava come un garage statico di maggiore o minor lusso si è fatto di volta in volta architettura di rappresentanza, scultura-simbolo di uno specifico brand, fino ad assumere la conformazione oggi dominante della piattaforma multivocazione, spesso componente attiva di intere reti o territori.
Non sono poche le storie di questo tipo che troviamo in Europa, e Domus ne ha voluto presentare una selezione, il più possibile diversificata e capace di riunire in un ipotetico viaggio continentale tutti i modi in cui ci rapportiamo con il mezzo protagonista di un intero secolo.