Come tanti altri eventi, la Dutch Design Week di quest’anno si è tenuta quasi esclusivamente online. La piattaforma virtuale è un’esperienza che vale la pena vivere sia per i suoi accurati contenuti sia per l’interfaccia chiara e immersiva. Fino al 25 ottobre sarà possibile partecipare a dibattiti, chat live con designer, tour virtuali, dirette TV, notizie e video mostre. Per chiunque abbia sentito la design FOMO (la paura di essere tagliati fuori) in questi tempi di coronavirus, ecco l’antidoto perfetto: tutte le conferenze e gli eventi saranno registrati e potranno essere visti in qualsiasi momento. Come partner ufficiale, Domus è stata invitata a scegliere il tema diun tour virtuale, selezionando dieci rappresentanti. Abbiamo optato per “Brave New Talents”, o meglio: quali sono i giovani designer della DDW20 che rappresentano in modo efficace questa epoca di cambiamento, confusione e possibili opportunità?
Dutch Design Week 2020: Brave New Talents a cura di Domus
Come partner dell’edizione di quest’anno della DDW2020, tenutasi principalmente online, Domus ed è stata invitata a curare un tour virtuale: abbiamo scelto di promuovere il lavoro di giovani designer per delineare questa epoca di cambiamento.
Dutch Design Week 2020
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- Marianna Guernieri
- 19 ottobre 2020
- ddw.nl
Brave New Talents
Quando i paradigmi cambiano è difficile guardare al design con gli stessi occhi di prima. Abbiamo nuove domande, nuove perplessità e nuove certezze. Potremmo anche chiederci, timidamente: abbiamo ancora bisogno del design? Se osserviamo il lavoro dei giovani talenti che coraggiosamente cavalcano l’onda imbizzarrita di questi tempi, la risposta sarà: probabilmente sì. Lasciamoci accompagnare per mano in questo strano mondo, con crescente consapevolezza e potenziali opportunità. Abbiamo selezionato dieci nuovi talenti che hanno presentato il proprio lavoro in questa arena virtuale tanto attesa. I progetti spaziano dagli abbinamenti e contrasti tra uomo e tecnologia a un futuro in cui siamo in simbiosi con una moltitudine di ecosistemi; mettono in discussione il dogma del tempo, immaginano sistemi peculiari per preservare le identità biologiche individuali e producono materiali soffici per reinventare il nostro modo di vestire, per mostrare i nostri corpi e rivelare (o meno) la nostra personalità. I miceli diventano parte integrante della moda che si trasforma così in biofashion, la lingua delle piante entra nell’alfabeto quotidiano e possiamo progettare un piano per ricavare le nostre risorse proteiche. Alcuni di questi progetti guardano al passato per consolidare la propria presenza nel futuro, attingono ad antiche tecniche artistiche e traducono le conoscenze del design del passato recente in videogiochi per comprenderne ed esplorarne i concetti. Osservare questi progetti può essere respingente o affascinante, suscitare attrazione o piuttosto distanza, ma questo è il nostro presente e lo scrutiamo attraverso le idee autentiche dei designer. Che si tratti di tecnologia, natura e flora, o di antica saggezza artigianale, tutte le opere condividono un’attitudine alla ricostruzione e alla trasformazione, un’alchimia innovativa di materiali che sembrano familiari ma non li avevamo ancora visti così.
- Dutch Design Week 2020
- 17-25 ottobre 2020
- ddw.nl
Hosted by Manifestations, a selection of graduates that in a funny, spectacular or controversial way, examine the (mis) matches between people and technology and ask how technology can contribute to a sweeter, more humane world.
Stealth is a surveillance proof multi-factor authentication interface in the form of a mouth wearable. This experimental design explores the mouth as a gateway to safeguarding our identity with its unique biological and mobile properties.
One of the major problems in the fashion industry is water pollution caused by the harmful textile dyes. Therefore, Ilse Kremer focuses on how biodesign can reduce the use of harmful textile dyes by the use of fungi.
In this interactive digital art project, you hop on a virtual 2D and 3D tour to a city called ‘No Stop City’. The project is an homage to Archizoom Associati (1966-1974), the iconic Italian architectural and design studio.
A design strategy based platform to stimulate people's imagination to create their own protein resources. It aims to explore how design can be used in combination with cellular agriculture to achieve a sustainable eating future.
Materiality doesn’t provide a sense of belonging, but it’s healthy to own objects that help people feel grounded. These soft, customisable and multifunctional items are a personal reflection of forms and materials, perhaps a piece of the designer's DNA, but surely a message of possibilities.
‘Relativistic Objects’ challenges contemporary behaviours and life habits related to the way we conceive and perceive the passing of time. These objects speak to anyone interested in redefining the way we approach and experience our lives, and emphasize the importance of physical interaction.
A vision of the future in which we explore the language of trees through fungi and live in symbiosis with the forest. The designed tools would allow us to listen to the communication between trees. Insight in this communication can help us improve environmental health.
Humans have become "blind" to plants, which may be in turn caused by a lack of knowledge of plants themselves and a reason for disconnection to nature. Identifying communication as an issue, Talking Plant Sense promotes the appreciation of plants & their abilities through the creation of new words.
A light series inspired by Korean Old Portrait technique, Known as depicting one’s inner side by back painting skill. Representing the invisible captivated me to contextualize the technique through a light design with a subject of portrait.