Ieri, mentre Apple svelava il nuovo iOS 14 durante il Keynote della WWDC, su Twitter i fan di Android si affrettavano a ricordare al mondo che il loro sistema operativo preferito aveva già implementato da anni molte di quelle funzionalità. È una vecchia storia che continua a ripetersi: ciò che Apple definisce innovativo, i suoi detrattori lo indicheranno inevitabilmente come una copia stantia di qualcosa che esisteva già in qualche forma su altri prodotti o software.
Al centro del dibattito, ieri, c'erano le nuove widget, che ora potranno lasciare la loro sezione dedicata a vagare per le pianure dell'Home Screen dell’iPhone, condividendo lo spazio che veniva riservato soltanto alle icone delle app.
Se è vero che il sistema operativo mobile di Google prevede già da tempo delle widget molto simili, questo elemento dell’interfaccia incarna perfettamente alcuni valori di design dell'ecosistema di Apple che gli appassionati di Android non riescono proprio a comprendere.
Su Android, i widget sono uno di quegli elementi che distinguono il design del sistema da un telefono all'altro. Ogni personalizzazione di Android ha un diverso tipo di design dell'interfaccia utente, e quindi i widget diventano uno dei tanti elementi di frammentazione del sistema operativo. Sui dispositivi Apple, a partire da iOS 14, i Widget saranno - al contrario - un altro elemento di forte coerenza di design, accuratamente studiato per rispettare un insieme più elevato di regole progettuali. Per questo gli utenti le vivranno come “naturali” fin da subito, anche in uno spazio virtuale (quello dell’Home Screen) dove un simile elemento non è mai apparso.
iOS 14 mostra la potenza del linguaggio di design di Apple
In autunno, gli utenti iPhone avranno la possibilità di accedere a nuove funzioni già disponibili su Android da un po’ di tempo. Con una sostanziale differenza: nel caso di Apple sono cambiamenti che rientrato in un linguaggio di design definito e consolidato nel tempo.
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- Andrea Nepori
- 23 giugno 2020
Apple parte dalle dimensioni e dal posizionamento perfetto al pixel nella griglia delle icone, prosegue con il padding sempre uguale dei contenuti e il modo in cui si sposta il widget come un’icona, e finisce con le linee guida che gli sviluppatori dovranno rispettare per realizzarne di nuove. È uno sforzo progettuale su più livelli che richiede molto più tempo rispetto alla semplice “introduzione di una funzione”, ma che in questo modo trasforma un ulteriore livello di complessità in un addendum ben integrato e non solo in un'altra fonte di confusione dell'interfaccia utente. È esattamente quello che Google cerca di fare, con risultati anche buoni, sulla versione stock di Android dei suoi smartphone Pixel: peccato che siano solo una minoranza degli smartphone Android in uso oggi nel mondo). I widget e molte altre novità di iOS 14, come la nuova interfaccia per le chiamate in arrivo che apparirà come un banner di notifica, o le schede per le nuove App Clips (micro applicazioni che non si scaricano e sono adibite a una singola funzione), attingono tutti da un sistema di design già esistente che Apple ha perfezionato negli anni. Si tratta di un potente vantaggio competitivo che troppo spesso viene trascurato. Uno dei motivi per cui gli utenti iOS sono così fedeli alla piattaforma è che qualsiasi cambiamento di design dell'interfaccia viene introdotto sulla falsariga di quello che c'era prima. Ogni nuova funzionalità si colloca su fondamenta e pilastri di design forti e ben riconoscibili. Basta forse questo a rendere “utile” o ben riuscita una nuova funzionalità? Certo che no, ci sono molte altre variabili in giovo. Ma di sicuro questo è il motivo per cui Apple, pur essendo passata con successo da un puro modello di business basato sull'hardware a uno basato sul software e sui servizi, è ancora un'azienda che fondamentalmente, pensa in termini di design. Con i risultati e i successi che si vedono sul mercato.
Photos courtesy of Apple.
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