La storia della sedia Ax, pietra miliare del design danese

Figlia legittima di un’approccio alla progettazione puramente scandinavo, è una icona del 1949 che conquistò anche la Triennale. Ora risorge dal passato.

Questo articolo è stato pubblicato precedentemente su Domus 1091.

La Domus di Gio Ponti ha sempre avuto parole di ammirazione per il design dei Paesi nordici. Alla Triennale del 1951, quando la Danimarca partecipa con il calibrato allestimento di Erik Herløw, la “sottile selezione” è definita “di livello elevato e meditato”. Raccoglie le posate di Kay Bojesen, una poltrona “con ali e corna” di Finn Juhl, tavoli, tappeti, ceramiche e una proposta di sedute, raffinate “come una raccolta di strumenti”, perché “la sedia è il più piccolo concentrato e perfetto strumento di esperimento della tecnica e dello stile moderni” (Domus 259, giugno 1951).

La Ax Chair di Peter Hvidt (1916-1986) e Orla Mølgaard-Nielsen (1907-1993) nella riedizione 2024 dell’azienda danese &Tradition. Courtesy &Tradition

Di particolare interesse è la poltroncina di legno lamellare e cuoio eseguita da Fritz Hansen, su disegno di Peter Hvidt (1916-1986) e Orla Mølgaard-Nielsen (1907- 1993). Si tratta di “un modello danese di larga esportazione all’estero, si osservi, nel particolare, lo speciale trattamento del compensato, simile a quello delle racchette da tennis”, recita la didascalia sotto al dettaglio delle gambe. La seduta di compensato, passata alla storia come Ax, è stata ideata dal duo di progettisti danesi formatisi come ebanisti, alla ricerca di soluzioni progettuali attente alle questioni di stoccaggio e spedizione, in particolare nel critico contesto produttivo del Dopoguerra.

Il disegno d’archivio della seduta Ax, datato 1949, racconta la volontà di sfruttare le potenzialità espressive e funzionali della curvatura del legno lamellare.

Già nel 1944, infatti, i due avevano dato alla luce una serie di arredi di legno e impiallacciatura – la serie Portex – impilabili e smontabili, pensati per l’esportazione internazionale. Le loro ricerche s’inseriscono in un periodo di democratizzazione del design, sulla scia del concorso per mobili low cost indetto dal MoMA di New York nel 1948, che porterà i progettisti di tutto il mondo – tra cui Charles Eames, Marcel Breuer, Robin Day e Marco Zanuso – a riflettere sull’esigenza di avere arredi più accessibili.

Disegno tecnico originale del 1949. Courtesy Hvidt & Mølgaard

Il disegno d’archivio della seduta Ax, datato 1949, racconta la volontà di sfruttare le potenzialità espressive e funzionali della curvatura del legno lamellare. La sedia ha due telai separati di multistrato che, curvati, generano lo schienale e le gambe, connessi da elementi torniti, inseriti tramite tasselli. Ax, esposta alla Triennale milanese, riscosse subito grande successo. Premiata e prodotta dal 1950, nella versione di legno lamellare, entrò nella storia del design danese come la più confortevole seduta senza imbottiture.

Oggi, l’azienda danese &Tradition, grazie alla collaborazione con gli eredi di Hvidt e Mølgaard – che dal 2016 preservano il patrimonio dello studio per garantirne la continuità – la ripropone, mantenendo le sue caratteristiche tecniche: la struttura è di quercia lamellare, pressata attorno a un inserto di noce massiccio, rifinita al tornio, così come il sedile, lo schienale e i braccioli, anch’essi in impiallacciatura pressata.