Si è conclusa una serie di settimane dense di appuntamenti e sfilate per la moda, con molti nomi nuovi sulla scena. A Londra la sfilata più attesa della stagione con il debutto del nuovo direttore creativo di Burberry, seguito da altri cambi di rotta e sperimentazioni. Nella capitale inglese hanno sfilato le collezioni di JW Anderson (che ha scambiato la fascia serale della scorsa stagione con le 11 di domenica mattina), Conner Ives, Christopher Kane e Simone Rocha tra gli altri, chiudendo con l’evento di Moncler “The Art of Genius”.
A Milano poi oltre alle classiche conferme Prada, Fendi, Giorgio Armani e altri, era attesa la terza uscita del direttore creativo franco-belga Matthieu Blazy per Bottega Veneta, mentre lo stilista britannico Maximilian Davis ha presentato la sua seconda collezione per Ferragamo, dopo l'apprezzato debutto presso la maison nel settembre 2022. Parigi ospita invece gli storici atelier di maison famose come Dior, Saint Laurent e Givenchy, oltre ai debutti di stilisti per Ann Demeulemeester e Nina Ricc, ritorni in passerella con Alexander McQueen e nomi emergenti, come Vaquera, Ester Manas e Weinsanto, che portano nuova energia alla settimana.
Burberry
La sfilata forse più attesa della stagione finora ha segnato il debutto di Daniel Lee, ex direttore creativo di Bottega Veneta, da Burberry. Un nuovo inizio per il brand, che ha avuto luogo in una tenda appositamente allestita nel Kennington Park di Londra. Annunciato da una campagna fotografica importante e da una nuova identità grafica, lo stilista ha messo in atto una completa destrutturazione dell’identità del marchio, facendo suoi gli elementi più iconici, ma amalgamandoli alla sua visione artistica. Il famoso trench di Burberry è stato ingrandito di dimensioni e dotato di risvolti bordati di pelliccia sintetica, mentre le versioni destrutturate del cappotto da auto, del montgomery e dell'aviatore erano presenti.
Anche le coperte sono state protagoniste della collezione, portate intorno al corpo o riproposte in cappotti avvolgenti, abiti con taglio a fazzoletto e versioni del check della maison. Ma c’era anche un nuovo eclettismo in gioco, in particolare nei colori e nelle stampe, in netto contrasto con la palette ridotta di beige, bianco e nero dell’antenato Riccardo Tisci. Tra gli abiti sfilano poi immancabili accessori, dove si sfoga tutta l’ironia di Lee: spuntano borse a mano che richiamano in tutto e per tutto le boule dell’acqua calda, accompagnate da cappelli-marmotta in pelliccia ecologica, scarpe furry e perfino un berretto a forma di anatra.
Gucci
A Milano continua l’esperimento del team di designer di Gucci in attesa del debutto di Sabato De Sarno la prossima stagione. La maison, dopo il saluto di Alessandro Michele, sembrerebbe essere arrivata a un momento di scambio generazionale, in cui i vari membri del team hanno rievocato i loro ricordi preferiti del periodo trascorso alla maison in una collezione dall’idea chiara e sicura.
Questo ha conferito alla collezione un’atmosfera eclettica, in gran parte radicata nei modelli sensuali del periodo di Tom Ford alla maison. Stratificazioni sensuali si sono susseguite – top in rete trasparente, collant a rete colorati che salivano oltre la cintura, o pantaloni e top delicati ricoperti di paillettes quasi trasparenti – combinate con momenti di abbondanza, come una serie di vasti cappotti in pelliccia sintetica colorata.
Bottega Veneta
Lo stilita franco-belga Matthieu Blazy ha raccolto l’eredità di Bottega Veneta, e la rilegge attraverso una collezione dedicata all’iconografia italiana, celebrando la vivacità e la molteplicità delle tradizioni e dell’artigianato del Belpaese. L’ampiezza del progetto di Blazy era simboleggiata dalle statue che decoravano lo spazio espositivo: una coppia di corridori romani in bronzo del 1 a.C. e una figura in movimento del 1913 del futurista italiano Umberto Boccioni, intitolata Forme uniche di continuità nello spazio.
La presentazione è iniziata con una sequenza sull’abbigliamento da notte, come se le modelle si stessero alzando dal letto all’inizio della giornata – come una chemise e dei calzini bianchi, questi ultimi apparentemente lavorati a maglia ma in realtà realizzati in pelle intricatamente intrecciata. Seguono delle eleganti rivisitazioni dell’abbigliamento da sera, come un abito rosso particolarmente accattivante con una scollatura imbottita e l’accenno di borse in vita.
Ferragamo
Lo stilista britannico Maximilian Davis ha continuato ad affinare la sua visione di Ferragamo con una collezione del secondo anno presentata nel vasto centro congressi MiCo, qui trasformato con pareti monolitiche curve attorno alle quali si sono seduti i partecipanti. Un’ambientazione cinematografica per una collezione che, secondo Davis, ha proseguito la sua esplorazione di Hollywood.
Per questo motivo, le silhouette della metà del secolo scorso sono state sottilmente sovvertite nello stile preciso di Davis: un abito rosso Ferragamo è stato delicatamente stretto in vita, un cappotto classico è stato svasato sul retro, mentre un taglio a bozzolo degli anni Cinquanta stato applicato a giacche bomber e camicie contemporanee. L’eversione si è manifestata anche con elementi di taglio, mentre gli abiti in lamé scintillante avevano un’aria futuristica.
Vivenne Westwood
La settimana della moda Parigina porta invece con sé la prima sfilata dopo la morte di Vivienne Westwood del marchio, presentata in un clima intimo tra una stretta cerchia di amici e familiari. La presenza inimitabile della stilista si è sentita in tutti i look della collezione, che ha visto il marito Andreas Kronthaler attingere ai ricordi della sua vita, in particolare alle sue radici nel nord dell’Inghilterra.
Così il brand si ripresenta con capi ricchi di riferimenti, tra stampe tartan, stampe, corsetti e sottovesti. In un gesto emotivo, la nipote della Westwood, Cora Corré, ha indossato il look finale della collezione: un corpetto di pizzo bianco indossato con un paio di piccole corna di diavolo scintillanti e un paio di stivali con plateau tipicamente imponenti.