Leggi l’articolo completo su Domus 1026, luglio/agosto 2018.
Walter de Silva Mio nonno tra le due guerre fonda nell’allora periferia di Milano il Calzaturificio Scola. L’azienda si trovava vicino al Parco Ravizza, dall’altro lato dell’odierna Università Bocconi.
Paola Nicolin Lei però sognava le auto...
WdS Nasco con la passione dell’automobile. E nasco con il talento del disegno. Anche se in casa si parlava sempre di scarpe, io disegnavo sempre e solo automobili. Sempre.
PN Che cosa voleva per lei la sua famiglia?
WdS Mio papà architetto, mio fratello architetto: che dovevo fare? Architettura! A 21 anni, prendo coraggio e dico a mio padre: “Architettura non la voglio fare”. Lui, un po’ sorpreso, capisce. Fino agli anni Ottanta, l’automobile, rispetto al design ‘col- to’, è sempre stata emarginata. Un atteggiamento ipocrita: mobile o non mobile, è sempre disegno industriale.
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PN Come ha iniziato a disegnare le scarpe?
WdS Dal disegno. Studio il tacco. È di 10,5 cm e c’è una ragione. La caviglia con questa altezza raggiunge una tensione estrema. L’incavo s’ispira ai tendini. C’è un aspetto formale. Sogno le scarpe più leggere del mondo: i materiali più leggeri possibili, ho lavorato sulla riduzione, “less is more”.