Durante la prima edizione, a Montecarlo lo scorso aprile (Nomad Monaco), dalle finestre della magnifica Villa La Vigie, ex residenza di Karl Lagerfeld a picco sulle scogliere della blasonata Costa Azzurra, si poteva gioire della visione di un potente mare blu. Quest’inverno, invece, Nicolas Bellavance-Lecompte e Giorgio Pace, fondatori di Nomad, ci hanno fatto godere delle alte vette innevate che circondano St. Moritz (8-11 febbraio).
Nomad porta l’arte e il design da collezione in Engadina
Giorgio Pace e Nicolas Bellavance-Lecompte raccontano la seconda edizione della fiera Nomad: un'esplorazione vivace e visionaria tra design e arte contemporanea, sulle Alpi svizzere.
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- Maria Cristina Didero
- 13 febbraio 2018
Così, la seconda edizione della fiera, che porta nel suo stesso nome il germe dell’itinerare d’eccellenza, ha presentato nel cuore di Sameden, nelle stanze della Chesa Planta (affascinante costruzione iniziata nel 1595 che la famiglia aristocratica Planta acquisisce nel 1817), un parterre di gallerie d’eccezione che offrivano design e arte contemporanea. Molte di queste si sono impegnate a produrre pezzi ad hoc in grado di dialogare con questa cornice d’eccezione dalle stanze ricche di quadri, boiserie e preziose decorazioni oltre alla libreria con più di 10.000 volumi, incunaboli e bibbie, del XV secolo in dialetto locale.
Per questa prima edizione invernale, i protagonisti più blasonati del mondo del collezionismo si sono dati appuntamento per celebrare la qualità della creazione visionaria: galleria Apalazzo, Almine Rech Gallery, Carwan Gallery, Casati Gallery, David Gill Gallery, Demisch Danant, Etage Projects, Galerie BSL, Galerie Eva Presenhuber, Gallery FUMI, Galleria Luisa Delle Piane, Giustini/Stagetti Galleria O, Maniera, Massimo De Carlo, Marlborough Contemporary, Nilufar, Priveekollektie, Sarah Myerscough Gallery, Skarstedt Gallery e Yves Macaux hanno presentato i loro pezzi più interessanti a 1.721 metri di altitudine.
Un luogo così non poteva che essere di grande ispirazione – diversi i pezzi ispirati al contesto della bella Engadina (e non), quali la dinamica Fumi di Londra con una seduta – bianca – di Max Lamb e una lampada da tavolo color panna di Lara Bohinc; la selezione di pezzi fatta da Luisa Delle Piane; il film Mirage di Doug Aitken per la svizzera Eva Presenhuber con protagonista la natura mozzafiato della regione svizzera; la sedia in legno e pelo di capra firmata dai fratelli Campana per Giustini/Stagetti; l’intera presentazione di opere in ceramica dove trionfa il tema dell’animale, come nei vasi di Karin Gulbran per Massimo De Carlo che ha esposto anche un agnellino verde fluo di Carsten Höller e una fantomatica tassidermia (metà volpe e metà cerbiatto) di Thomas Grünfeld (all’interno della Nomad’s Tower di Mafalda Millies). E, ancora, David Gill con uno sgabello che sembra fatto di ghiaccio opera di Fredrikson Stallard; la coppia di ampie sedute bianco latte dalla struttura in ferro nero del brasiliano Joaquim Ternero da Nilufar; oltre a mostre curatoriali, talk e un itinerario esclusivo per VIP, che hanno avuto la possibilità di visitare la straordinaria dimora dell’artista Rolf Sachs dalla vista mozzafiato, la boiserie in feltro e alcove immerse nel legno.
Il significato di questa fiera che riunisce, al netto delle definizioni, arte e design? Per Giorgio Pace (maestro nella comunicazione del lusso) nasce dall’incontro con Nicolas Bellavance-Lecompte (cofondatore con Pascale Wakim di Carwan Gallery, con sede a Beirut), avvenuto qualche anno fa: “Si parlava del panorama internazionale degli eventi dedicati alla creatività considerando che molti sono più o meno simili uno all’altro. Abbiamo subito condiviso la stessa aspirazione a crearne uno che si distinguesse, vicino a un modello che guardi alla straordinaria qualità dei lavori in mostra, ma al tempo stesso divertente e intimo”, conclude Pace. Lo spirito della fiera aggiunge Nicolas Bellavance-Lecompte è “quello dell’inclusività. Le gallerie che partecipano sono vivaci e aperte all’esplorazione di ciò che succede oggi nel mondo del design e dell’arte contemporanea; cerchiamo di presentare la nostra fiera in luoghi normalmente non accessibili al pubblico, o comunque dedicati a un’altra destinazione. Nello scegliere una cornice ridotta intendevamo creare un’atmosfera non solo più raccolta, ma soprattutto un senso di comunità”.
Questo tema sembra essere stato centrato nell’edizione ad alta quota poiché il duo è riuscito a far viaggiare e raccogliere un buon numero di collezionisti, appassionati e curiosi in cima alle montagne. Che differenza c’è dalle altre fiere di settore? “Nomad si basa sul concetto di evento itinerante”, prosegue Bellavance-Lecompte, “per natura è ospitato in luoghi dove progetti di più ampio respiro non posso accadere. Il programma VIP gioca un ruolo fondamentale nel creare la giusta atmosfera per i nostri ospiti, piuttosto che essere una serie di eventi collaterali alla fiera. Inoltre il nostro format consente a curatori e galleristi di sperimentare spazi inediti in grado di contestualizzare in maniera più efficace le opere e di diversificarne l’esperienza, in maniera differente dalle tradizionali fiere mentre i collezionisti possono visionare le opere in un ambiente domestico – quasi come fossero già nelle loro case”. Ripensare l’idea classica di fiera, toccare località glam e suggestive sembra essere la base di un progetto che seppur giovane, ha già creato alleanze e collaborazioni: il prossimo anno, in occasione di Nomad St. Moritz ci sarà anche SOMMET (Winter Salon of Contemporary Art al Maloja Palace).
Quindi se si intende frequentare la zona, straordinaria meta turistica con le sue 88 piste da sci (fenomeno che genera un valore di circa 16.3 miliardi di franchi svizzeri, il 68% del valore economico complessivo della regione Endagin St. Moritz), in coda al catalogo realizzato come l’intera corporate blu cobalto da Studio Vedèt, si trova anche un breve dizionario in lingua romancia con termini basici di cui bisogna essere al corrente: collezione / colleczium; sedia / sutga, design / dissegnar.