All'interno, i molteplici motivi decorativi delle ceramiche dei pavimenti e i ciottoli bianchi e blu incastonati nelle pareti verticali formano un collage idealmente connesso ai paesaggi marini circostanti, definendo al contempo uno specifico linguaggio estetico, in cui arti differenti convergono e si fondono.
Gio Ponti firma così uno dei primi design hotel al mondo, le cui sorti sono state decisamente più felici di altre sue architetture cadute in stato di degrado dopo aver visto la loro destinazione d'uso variare in maniera drastica (si pensi all'Albergo Paradiso nella Val Martello progettato tra il 1935 e il 1936, occupato dall'esercito tedesco nel 1943 e in stato di abbandono dal 1955). Dopo 50 anni, dunque, l'Hotel Parco dei Principi se indubbiamente rappresenta il simbolo dello sviluppo turistico di Sorrento, non di meno va visto come un contenitore che testimonia di un momento glorioso del design italiano degli anni '50.
Quasi prevedendo la diffidenza che arredi così scarni avrebbero potuto generare in un pubblico abituato a un altro tipo di 'lusso', l'architetto Mautone in occasione del cinquantenario, compie un passo ulteriore trasformando quello che fu il primo design hotel in un inaspettato hotel museo.
Il percorso "didattico - espositivo", messo in scena negli spazi comuni del piano terra, fa luce su personaggi e aziende coinvolti nel progetto originario. Dopo averci presentato figure come Ico Parisi, autore di una poltroncina e di un divano, o Fausto Melotti, artefice delle ceramiche artistiche, il percorso ci conduce a un nuovo livello di consapevolezza mostrandoci oggetti sacri della produzione di Ponti, smontati a terra e spogliati di ogni segreto.
Il nuovo livello del "museo" si sovrappone al resto senza disturbare in alcun modo la percezione degli spazi