Share: tra arte, scienza e tecnologia

La settima edizione del festival concentra la propria indagine sull'arte dell'appropriazione, il tema cardine dell'attuale società della partecipazione.

Nel panorama italiano davvero scarno delle iniziative al confine fra arte, scienza e tecnologia, lo Share Festival di Torino (www.toshare.it) rappresenta una felice eccezione che, pur tra mille difficoltà, ogni anno consente di gettare almeno uno sguardo su un mondo vitale e in continuo fermento. "Cops and robbers" (Guardie e ladri) era il tema di questa edizione (dal 2 al 13 novembre scorsi), la settima, che si proponeva di riflettere sull'arte dell'appropriazione, dell'intervento su materiali altrui e del remix, ovvero, come spiegano le curatrici Simona Lodi e Chiara Garibaldi, fare riferimento a "un'estetica che segna il passaggio dalla società dello spettacolo alla società della partecipazione". La partecipazione è caratterizzata in primo luogo dall'accesso alle ormai ubique 'reti sociali' su internet, ambienti tutt'altro che ideali, come ci ricorda Face to face book, di Paolo Cirio e Alessandro Ludovico, che ha vinto l'edizione di quest'anno dello Share Prize. L'opera, che ha ricevuto già svariati riconoscimenti in giro per il mondo, come al recente Ars Electronica Festival di Linz, è un perfetto esempio di furto di dati, e si colloca su un sottile e problematico crinale fra legalità e illegalità. I due autori hanno raccolto i dati di più di un milione di profili Facebook e li hanno sottoposti a un software per l'analisi delle immagini, proponendo poi di abbinare fra loro le foto dei vari utenti in un sito di incontri online creato per l'occasione. L'intenzione degli autori è invitare a riflettere sulla privacy e sulle implicazioni, spesso sottovalutate, della spensierata cessione dei propri dati in Rete. Al tema della sorveglianza era dedicata un'altra delle opere in concorso, Chess for CCTV operators, (Scacchi per operatori CCTV) degli svizzeri di !Mediengruppe BITNIK. Qui l'intrusione indebita era nei circuiti delle telecamere di sorveglianza collocate in vari luoghi cittadini. Gli artisti hanno realizzato una valigia portatile con un trasmettitore video, un'antenna e un computer per giocare a scacchi e con questa si sono aggirati alla ricerca di telecamere di sorveglianza da sovvertire. Al posto del consueto segnale video appariva l'immagine di una scacchiera in bianco e nero e il testo "Vuoi giocare a scacchi con me?- Tu sei bianco, io sono nero" rivolto all'operatore, cui veniva anche fornito un numero di telefono per aprire un canale su cui continuare il dialogo.
Face to face book, di Paolo Cirio e Alessandro Ludovico, che ha vinto l’edizione di quest’anno dello Share Prize. I due autori hanno raccolto i dati di più di un milione di profili Facebook e li hanno sottoposti a un software per l’analisi delle immagini, proponendo poi di abbinare fra loro le foto dei vari utenti in un sito di incontri online creato per l’occasione
Face to face book, di Paolo Cirio e Alessandro Ludovico, che ha vinto l’edizione di quest’anno dello Share Prize. I due autori hanno raccolto i dati di più di un milione di profili Facebook e li hanno sottoposti a un software per l’analisi delle immagini, proponendo poi di abbinare fra loro le foto dei vari utenti in un sito di incontri online creato per l’occasione
Finora nessuna partita a scacchi si è effettivamente giocata, ma si è certamente generata qualche inquietudine in più sulla presenza pervasiva di strumenti di sorveglianza cui ormai noi non facciamo più nemmeno caso. Come non badiamo all'altrettanto dilagante manipolazione dell'informazione. Ci illudiamo di avere accesso alle vere fonti delle notizie, abbondanti e disponibili in rete, e non ci poniamo troppe domande sull'attendibilità di quanto leggiamo. Così Julian Olivier e Danja Valisiliev, con il loro Newstweek, già vincitore del Prix Ars Electronica a Linz, ci svegliano dal nostro torpore. La loro 'opera' è una semplice presa elettrica da muro che si inserisce in una rete locale per il collegamento a internet ed è in grado di manipolare le notizie lette attraverso un collegamento wireless alla rete. Gli artisti possono modificare da remoto quanto è presente nei siti visitati e alterare così i titoli e i contenuti informativi che arrivano agli utenti. Nasce da uno spirito analogo, ma con mezzi diversi, l'altra opera di Paolo Cirio presentata a Share come progetto speciale di Action Sharing, in collaborazione con la Camera di commercio di Torino. InVeritas è una piattaforma software che consente di creare false locandine dei principali quotidiani italiani con notizie totalmente inventate.
Immagine esemplificativa del tema della settima edizione di Share, “Cops and robbers” (Guardie e ladri), a cura di Simona Lodi e Chiara Garibaldi
Immagine esemplificativa del tema della settima edizione di Share, “Cops and robbers” (Guardie e ladri), a cura di Simona Lodi e Chiara Garibaldi
Spirito giocoso e appropriazione indebita hanno caratterizzato anche la performance di IOCOSE, di cui allo Share festival era visibile una documentazione video: Sunflower seeds on 'sunflower seeds'. I quattro artisti, muniti di fionde e semi di girasole, sono andati alla Tate Modern Gallery di Londra, dove era in corso la mostra I semi di girasole dell'artista cinese Ai Weiwei, lanciando con le proprie fionde semi veri sull'installazione di Weiwei e alterando poi il titolo della mostra. Chi è ora il vero autore di quell'opera? Ha ancora senso parlare di un autore? Al posto di verbose conferenze sul tema, un semplice gesto vuol invitare a riflettere su un argomento cruciale per la cultura digitale.
Cops and robbers” (Guardie e ladri) era il tema di questa edizione, che si proponeva di riflettere sull’arte dell’appropriazione, dell’intervento su materiali altrui e del remix
<i>Tardigotchi</i> del gruppo SWAMP. A un microrganismo vivente (tardigradi) è associato un avatar creato al computer (Alife), che proprio come il ben noto Tamagotchi, richiede di essere accudito
Tardigotchi del gruppo SWAMP. A un microrganismo vivente (tardigradi) è associato un avatar creato al computer (Alife), che proprio come il ben noto Tamagotchi, richiede di essere accudito
Tardigotchi del gruppo SWAMP è invece una provocatoria combinazione di vita naturale e artificiale. A un microrganismo vivente (tardigradi) è associato un avatar creato al computer (Alife), che proprio come il ben noto Tamagotchi, richiede di essere accudito. I gesti compiuti sulla creatura virtuale si riflettono su quella reale, in un complicato gioco di rimandi fra i due mondi, quasi a sottolineare le molte contraddizioni del nostro rapporto con gli oggetti elettronici. Accanto alle opere che abbiamo citato finora, accomunate da un carattere astratto e concettuale, Share Festival ha ospitato anche alcuni lavori in cui erano l'aspetto visivo e l'interazione con i dati a prevalere. In God's browser di Geert Mul si genera un film dove ogni fotogramma è un'immagine tratta da internet grazie a un software realizzato dall'artista, che assegna poi note musicali simili a rappresentazioni visive dello stesso tipo. Per interagire con questo incessante flusso visivo, al visitatore è offerto un Theremin, il primo strumento musicale elettronico della storia, che consente di generare suoni in modo totalmente immateriale avvicinando e allontanando le mani dalle sue due antenne.
<i>Sunflower seeds on ‘sunflower seeds’</i> di IOCOSE, vincitore del il premio attribuito dal pubblico in collaborazione con il magazine di arte <i>Artribune</i>. I quattro artisti, muniti di fionde e semi di girasole, sono andati alla Tate Modern Gallery di Londra, dove era in corso la mostra <i>I semi di girasole</i> dell’artista cinese Ai Weiwei, lanciando con le proprie fionde semi veri sull’installazione di Weiwei e alterando poi il titolo della mostra
Sunflower seeds on ‘sunflower seeds’ di IOCOSE, vincitore del il premio attribuito dal pubblico in collaborazione con il magazine di arte Artribune. I quattro artisti, muniti di fionde e semi di girasole, sono andati alla Tate Modern Gallery di Londra, dove era in corso la mostra I semi di girasole dell’artista cinese Ai Weiwei, lanciando con le proprie fionde semi veri sull’installazione di Weiwei e alterando poi il titolo della mostra
Cymatics del giapponese Suguru Goto (visibile al Museo Regionale di Scienze Naturali di Torino fino al 20 novembre), presentato sempre come progetto speciale di Action Sharing, consiste invece in una serie di installazioni (per ora due, ma il progetto ne prevede quattro) in cui sostanze naturali come l'acqua e un fluido non-newtoniano generano forme geometriche grazie all'impulso di onde sonore. Toccando lo schermo di un iPad il visitatore può avviare una danza di gocce d'acqua o di un liquido biancastro che assume configurazioni curiose. Le immagini, ubique e inflazionate, tornano qui a una materialità rudimentale che dà loro una consistenza inedita. Si starebbe ore a guardare il susseguirsi incessante di forme, in cui rintracciare vaghe somiglianze con elementi naturali.
L'immagine ritrova un valore anche in quanto visualizzazione di un flusso casuale di dati, come nell'ultimo progetto di Action Sharing, il lavoro di Salvatore Iaconesi e Oriana Persico VersuS, due 'infosculture', solidi tridimensionali generati dal traffico dati sui social network registrato in alcune specifiche circostanze, come i disordini a Roma del 15 ottobre, in riot VS rome, o le espressioni d'amore catturate su Twitter, in love VS Turin. Al tema delle 'città intelligenti', dove i dati sono sempre più trasparenti e a disposizione dei cittadini, è stata anche dedicata una tavola rotonda, che ha visto la partecipazione del giornalista e ricercatore Simone Arcagni e di Joseph Grima, direttore di Domus. Tra gli altri, numerosi, appuntamenti nel programma di Share, segnaliamo infine i due giorni di workshop sulla 'realtà aumentata', protagonisti Bruce Sterling e Sander Veenhof.

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