Portable world: l’umanità mobile dall’archivio Domus

Nel 1974 veniva pubblicata una mostra a New York che indagava la “tecnopersona”, l’essere umano completo di tutte le estensioni tecnologiche del suo corpo, portatili e quotidiane, capaci di renderlo “la città decentralizzata allo stadio più avanzato”.

Uno dei limiti più grandi della visione moderna del mondo, tradotta tecnologicamente in abitazioni, fabbriche, città, viene identificata al suo tramonto nella staticità incapace di relazionarsi con un’umanità che cresce in modo complesso. E la reazione a questo limite – siamo negli anni ’70 – non è solo rappresentata dagli eclettismi e dai passatismi del postmoderno. Tra 1973 e 1974, una mostra al Museum of Contemporary Craft di New York aveva esplorato il tema della “persona portatile”, di tutte quelle estensioni tecnologiche, mobili, del corpo umano che potevano garantire una possibilità di relazionare la propria esistenza con ogni luogo: “l'evoluzione continua degli esseri umani attraverso lo sviluppo di un ‘ectoscheletro’ meccanico ed elettrico”, più direttamente “la città decentralizzata allo stadio più avanzato”. Dalle origini nella storia millenaria fino a equipaggiamenti e dispositivi contemporanei, più elaborati o spontanei nella loro tecnologia, la mostra presentava la possibilità, attuata, di una “tecnopersona” vicina alle xenoentità raccontate dalla fantascienza, e oggi alfiere di visioni di contestazione al modello estrattivista di consumo del mondo capitalistico. Domus pubblicava una riflessione sull’importanza della mostra newyorkese nel febbraio 1974, sul numero 531. 

Domus 531, febbraio 1974

Il mondo portatile

Questa mostra singolare, che s i è tenuta dal 5 ottobre al 1⁰ gennaio 1974 al Museum of Contemporary Craft di New York, è una rapida occhiata all’evoluzione dell'uomo e delle sue esigenze nei continui spostamenti intrapresi attraverso i secoli. Dal beduino all'astronauta, dal cammello al missile, dalle semplici ed essenziali suppellettili del no-made a quelle multifunzionali, compatte e miniaturizzate dell'uomo contemporaneo, la mostra è una documentazione (attraverso fotografie ed oggetti) fantastica e reale della conquista dell’uomo nella realizzazione del suo desiderio di scoprire ed esplorare nuove terre e nuovi mondi e nel conseguimento di quei conforts necessari per le sue spedizioni. Qui pubblichiamo alcune delle immagini più significative della mostra.

Domus 531, febbraio 1974

La “persona portatile”, come è illustrata e descritta qui, è la visione di un futuro, mobile abitante della terra mantenuto in vita ed equipaggiato con estensioni del suo corpo, di ispirazione tecnologica e analoghe all’ambiente e ai mezzi offerti dalla città. La “persona portatile” oggi esiste in una forma primitiva. Gli individui trasportano, come parte della propria persona, oggetti che servono sia come protezione ambientale (abiti, meccanismi meteorologici), che correggono e acuiscono i sensi (occhiali, altoparlanti portatili), che aumentano le capacità fisiche e mentali (strumenti, calcolatori portatili) e che proiettano l’entità psicologica (abiti, gioielli). La “persona portatile” attuale è un insieme di oggetti che agiscono indipendentemente gli uni dagli altri. Oggi, per vivere, le persone fanno meno assegnamento di ieri su questo assemblaggio di oggetti e contano più su cose non portatili, come rifugi stabili, macchine e città.

Domus 531, febbraio 1974

La “persona portatile” è la proiezione dell’attuale situazione tecnologica in risposta agli orientamenti sociali, politici ed ambientali. Con la superminiaturizzazione degli apparecchi elettrici, con i materiali artificiali, sofisticati ed eseguiti per scopi precisi e con lo sviluppo di sistemi integrati si potrà trasportare sulla persona gran parte di quegli oggetti che sì usano in casa o in ufficio. La “persona portatile” è la città decentralizzata allo stadio più avanzato.

La ‘persona portatile’ è la città decentralizzata allo stadio più avanzato.

La “persona portatile” è l’evoluzione continua degli esseri umani attraverso lo sviluppo di un “ectoscheletro” meccanico ed elettrico. L’evoluzione fisica, in senso genetico, dell’uomo è avvenuta a seconda delle esigenze per sopravvivere. L’evoluzione sociale è avvenuta attraverso la scoperta, la produzione e l’uso dei prodotti. I primi manufatti erano portatili e personali (strumenti, abiti, rifugi) ed erano una forma di estensione della persona. L’evoluzione di questo “ectoscheletro” fatto dall’uomo è stata interrotta dalla produzione di manufatti non-portatili (rifugi, fabbriche, città), che erano una reazione tecnologica all’ambiente più complesso, creato dall’uomo. L’evoluzione attraverso la tecnologia si è risolta in rapporto al luogo. La “persona portatile” è lo sviluppo della “tecnopersona” attraverso il perfezionamento tecnico. La “persona portatile” è la risposta alla situazione delle città. Le città sono gli artefatti tecnologici più avanzati, condizionati all’ambiente. Noi pensiamo alle città centralizzate come luoghi che soddisfano tutte le necessità di vita. Queste però falliscono perché l’insieme delle necessità dell’uomo sono troppo complesse per essere risolte da un solo meccanismo.

Domus 531, febbraio 1974

Los Angeles si è sviluppata come città decentralizzata ed è un’area di servizi uniformemente sparsi, collegati fra loro dalle auto, I servizi sono migliori ma gli individui sono divenuti succubi dell’auto. La “persona portatile” fornisce i mezzi di sostentamento a seconda della sua portatilità personale producendo la decentralizzazione della città. Gli individui, per comunicare, non sono più legati al luogo. L’adattabilità personale assicura un buon inserimento nell’ambiente fisico e sociale. La “persona portatile” è stata inventata per certi scopi precisi. Tutti gli elementi del sistema sono integrati nella “tecnopersona” interamente operante. La necessità di agire individualmente dà luogo ad un ectoscheletro personale che si presenta come uno stile proprio.