Il Père Lachaise quasi non necessità della qualificazione di cimitero, tanto è celebre nel mondo, tanto che forse la sua stessa natura preponderante è quella di luogo, di entità con uno spirito, unico e irripetibile, che evoca differenti emozioni in differenti altri spiriti che lo attraversino. Dalla sua istituzione, voluta da Napoleone nel 1803 per sostituire definitivamente il Cimetière des Innocents in pieno centro, fino agli ultimi decenni con le impronte dei baci sulle pietre tombali di Oscar Wilde e Jim Morrison, quello che era stato un giardino legato alla presenza di François d'Aix de La Chaise, confessore del Re Sole, si è caricato di una stratificazione storica di significati, tra battaglie della Comune di Parigi e altri ospiti illustri, che l’architettura e il paesaggio finiscono per incarnare. Nel 1995, per la risistemazione del settore “romantico” del cimitero, “dove il connubio fra albero e tomba si fa tanto stretto da eliderne l’originario significato per evidenziare invece quello del tempo” l’architetto francese Patrick Berger e il grande teorico del terzo paesaggio, Gilles Clément, realizzavano un intervento puntuale e minimale che andava ad intrecciarsi alla fitta rete delle suggestioni di un cimitero diventato luogo. Domus pubblicava il progetto nel marzo di quell’anno, sul numero 769.
Spirito di un cimitero: lo spazio “romantico” del Père Lachaise a Parigi
Interpretare uno spazio che il tempo rende luogo: nel 1995, Patrick Berger e Gilles Clément si confrontavano con la risistemazione di un luogo dai forti carichi spirituali, emotivi e storici, al di là della tomba di Oscar Wilde.
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- Patrick Berger
- 31 ottobre 2023
Sistemazione del settore “romantico” del cimitero Pére Lachaiseù
Le origini dell’architettura sono forse da ricercarsi nelle pietre ancestrali, anticamente erette sulle sepolture: sfida al tempo, espressione del desiderio di immortalità, esse costituiscono le prime figure estetiche dell’arte del costruire. Accanto ad esse, gli alberi, con il ritmico rinascere della vegetazione, rappresentavano il ciclo stesso della vita e della morte. Da questa giustapposizione fra la pietra e l’albero e dalla complementarietà dei rispettivi significati avrebbe tratto successivamente sviluppo l’idea della Città dei morti con il suo giardino. Oggi, questo tipo di creazione, dall’arte funeraria alla progettazione di cimiteri, registra un sensibile calo di interesse. Effetto, forse, dell’assenza o occultamento dell’idea della morte, tipici del nostro tempo? Ma come ammettere che l’arte funeraria risenta della perdita del Soggetto più di ogni altro ambito estetico? Non sarà piuttosto il caso di pensare che su di essa, così come sui monumenti realizzati in questa fine secolo, pesi negativamente il principio della “spesa improduttiva”?
Il secondo tipo di spesa ‘simbolica’, per adottare la definizione di Georges Bataille, privilegia attualmente musei, spettacoli e giochi. Il museo, ultima attrazione del cimitero, ne è anche il sostituto nel gioco di trasposizioni della modernità. È questa componente, senza dubbio, a fare del Père-Lachaise un luogo ambito e frequentato: Pantheon della cultura francese a partire dal XVIII secolo, museo di scultura a cielo aperto, esso deve nondimeno gran parte del proprio fascino al fatto di illustrare una certa concezione di paesaggio nella città, in cui l’idea della morte di un’epoca si coniuga con quella della Natura e della Città che le è propria. Ma il carattere di maggiore attualità gli deriva forse dal cosiddetto settore ‘romantico’, ove il connubio fra albero e tomba si fa tanto stretto da eliderne l’originario significato per evidenziare invece quello del tempo. Giardino, museo e sepoltura visti nell’ottica di un unico tema, il Tempo: tale è l’obiettivo dello studio di sistemazione del settore romantico del Père-Lachaise che mi vede impegnato, in collaborazione con Gilles Clément, per conto della Direction des Parcs et Jardins de la Ville de Paris e della Drae. Il Tempo, innanzi tutto, come elemento del processo di realizzazione: onde evitare l’effetto ‘lottizzazione’, la creazione delle nuove tombe risponderà al criterio della disseminazione spaziale, e verrà programmata su vari anni.
E il Tempo, in senso proprio, come tema. Il carattere labirintico del settore considerato - un susseguirsi di situazioni vegetali e di eventi architettonici - ci ha infatti indotti a optare per una strategia di interventi puntuali. Ognuna delle sequenze attuate consiste pertanto nel rendere leggibile l’opera della Storia e del Caso sulle costruzioni e sulla vegetazione. Con il densificarsi delle sepolture, l’originaria composizione di Brogniart è scomparsa dietro un dedalo di Giardini nel Giardino, e di motivi architettonici nella necropoli. Questi spazi, non progettati, ma prodotti dal tempo, presentano un carattere latente di ‘non finito’ che ci proponiamo appunto di esplicitare e valorizzare, aggiungendo, a seconda dei casi, un particolare tipo di tomba, qualche gradino, uno specifico trattamento del verde.
Alcuni esempi di questo tipo di intervento si possono rilevare nel 10° campo.
1. “Il giardino di colonne”. Il preesistente allineamento di alberi e colonne vis-à-vis viene potenziato dall’inserimento di nuove colonne e piantumazioni con alberi e fusaggine, nonché di uno zoccolo che sottolinea l’accesso alla prospettiva.
2. “Il passaggio della colonna”. Il giardino di colonne si prolunga in un sistema di percorsi e gradini: la soglia è segnata da una stele e da una colonna in posizione simmetrica.
3. “Il belvedere”. Nel punto più elevato del 10° campo, un albero preesistente viene a inscriversi in una piastra accessibile, sulla quale sarà incisa una pianta del Pantheon con l’ubicazione delle tombe più celebri. 4. “Il giardino di bosso”. Ancora alla quota più alta, la realizzazione di tre gradini fra due tombe preesistenti, attualmente collegate dalla vegetazione, evoca una porta architettonica e vegetale. Sul davanti, a inquadrare il passaggio, due siepi di bosso potate a tavola creano due tombe verdi.
Queste relazioni di identità o di opposizione tra elemento vegetale e tomba hanno più che altro lo scopo di strutturare determinati spazi, ma rappresentano comunque un aspetto minore dell’intera sistemazione. Obiettivo principale di quest’ultima sarà in effetti la conservazione delle tombe sotto tutela, classificate in collaborazione con l’architetto della Sovrintendenza, nonché di certi ‘frammenti’ di sicuro interesse plastico nella composizione del giardino. Una volta preservato il carattere del settore ‘romantico’, la liberazione di un certo numero di sepolture e la stesura di un capitolato di appalto sul modello di quelli relativi ai centri storici assicureranno la necessaria continuità fra il vecchio cimitero e le sue attuali espressioni. I vincoli più importanti del capitolato d’appalto riguardano la scelta dei materiali, intesa a privilegiare la pietra calcarea, e la reinterpretazione dei vari tipi di tomba già analizzati da Patrick Bracco: stele, pietra tombale, colonna, cappella, mausoleo ecc. Una delle prime applicazioni è costituita dalla tomba di Jean-Lambert Tallien. Eretta in occasione del bicentenario della Rivoluzione francese, sul luogo stesso della tomba originaria ormai scomparsa, essa consta di una doppia stele, a imitazione di un albero geminato che sorge nei pressi. Su una delle due stele è riprodotto un brano tratto da L’ami des citoyens, il giornale di Tallien; l’altra, vergine, vuole essere un omaggio al suo amore per Thérèsa Cabarrus. Una pietra isolata, delle stesse dimensioni dell’unica traccia rimasta della vecchia sepoltura, reca il nome del defunto.
Per ragioni di urgenza, la sistemazione del settore prenderà l’avvio dal consolidamento dei muri di contenimento del terreno in dislivello. La seconda priorità, sulla quale si fonda la buona riuscita del progetto, vedrà la partecipazione dei marmisti a un’opera che, lo auspichiamo, lungi dal costituire un dovere è espressione di un comune interesse: quello di un rinnovato impegno a favore dell’arte funeraria.
Immagine di apertura: Cimetière du Père Lachaise, 2016 Foto oudjat45 da Flickr