Enzo Mari '67
Enzo Mari, designer e ricercatore visivo. Un uomo giovane, che riconduce le sue ricerche operative e i suoi risultati artistici sotto la professione che si riconosce: quella di tecnico. Ecco una parola divenuta ambigua, che indica funzioni sociali molto diverse fra loro; il tecnico è un semplice specialista, un produttore qualificato, un fattore intermedio tra le esigenze della produzione e quelle del consumo così come sono interpretate e manipolate dalla produzione stessa? Per Mari, il possesso di cognizioni che permettano di realizzare le proprie idee con una tecnica adeguata è importante (molti artisti non hanno tali cognizioni o le hanno errate) ma non sufficiente. Essenziale, è inserire la propria attività specialistica in una visione globale delle leggi che la regolano, condizionandola. "L'azione che oggi considero prioritaria .. ", egli dice, " è quella di chiarire il proprio inserimento sociale".
I termini tanto dibattuti della pragmatica e dell'etica del design sono tutti acutamente presenti nell'attività di Mari, che li ricollega ai suoi più larghi interessi sperimentali. I suoi lavori, per quanto numerosi e fortunati, sono costantemente rivolti a una rigorosa esemplificazione di quei termini. Più che prodotti del design, Mari produce design. Fondato e verificato nelle ricerche sul linguaggio visivo, il processo scientifico del suo lavoro si attua nel design in oggetti che puntano decisamente al significato, e non all'effetto; sono privi di neologismi e stimoli violentemente pubblicitari, privi cioè dell'aggressività tipica delle mode da consumare.
Come sempre, Mari comunica attraverso l'oggetto un'indicazione di carattere operativo. Mari propone un metodo. Tutte le sue operazioni e i suoi suggerimenti sono anzitutto realizzati compiutamente nel mezzo individuato secondo un problema specifico, e poi globalmente nel metodo che informa i vari risultati. Intervistato sul significato dei suoi oggetti, Mari ha risposto recentemente: "Spero che sia di volta in volta il significato stesso dell'oggetto". Vediamo dunque d'individuare i vari lavori presentati da Mari in queste pagine.
Calendario
Un oggetto componibile, privo dei santi e del rito rotatorio collegato con la fine dell'anno, quando sostituiamo il calendario vecchio con quello nuovo; questo strumento di misura del tempo,così sottratto alla sua naturale obsolescenza, si presenta come un continuum nella variabilità, in cui è accentuata la funzione segnaletica separata dall'avvicendamento cronologico.
Come sempre, Mari comunica attraverso l'oggetto un'indicazione di carattere operativo
Sul principio del massimo risultato con il minimo sforzo, risolvono problemi tecnici di produzione; hanno funzioni semplici che permettono al designer di dedicarsi al suo interesse preminente:l'atteggiamento metodologico.
Allestimenti
In plastica o cemento, questi pannelli ribaltano completamente il problema della composizione (i due gruppi sono costituiti da unità tutte uguali) in quello della componibilità; creano tanti spazi e locali quante sono le funzioni richieste dal momento.
L'oca, il lupo, l'orso, ecc. sono immagini-tipo; questa è una delle ricerche più significative di Mari, che ha elaborato il loro valore semantico a partiredallo zoo in legno e dal "gioco delle favole" del '65; le immagini ora sono non più a livello di psicologia infantile, ma di psicologia tout court; il racconto è eliminato a favore dell'essenza della forma, secondo un'intenzione didascalica sempre presente in Mari.
È un ambiente da comporre liberamente; un castello o una fortezza in cui il bambino sviluppa il proprio estro, avendo a portata di mano tutti gli elementi primari necessari alla sua immaginazione: il sole, l'acqua, la struttura architettonica, l'erba e la cascata; non è solo il primo ambiente ideato per i bambini ma anche un ambiente-tipo; i simboli degli elementi e dello spazio hanno quel grado di astrazione capace di renderli accessibili a tutti e di lasciare insieme libera l'immaginazione.