La città di Cremona sta lavorando per costruire un alto livello di attenzione pubblica attorno al suo ambizioso programma di rigenerazione urbana Giovani in centro; l'incontro Pensare la città, nello scorso marzo, ha chiamato a raccolta progettisti, amministratori, studiosi, giornalisti e tecnici, e gli architetti coinvolti nei progetti che contribuiranno a definire il volto della Cremona del futuro. Presenti, quindi, Mario Cucinella – che lo scorso ottobre si è qualificato al primo posto nel concorso internazionale per la realizzazione del nuovo ospedale cittadino – Stefano Peyretti per Isolarchitetti S.r.l., e Lamberto Rossi per LR Associati.
Il progetto si propone in una dimensione urbanistica, ma anche culturale, sociale ed economica in un momento segnato dalla crisi demografica, con Cremona che si pone l’obiettivo di diventare attrattiva verso la fascia di popolazione più giovane. “Siamo partiti dalla progettualità immateriale”, racconta il vicesindaco Andrea Virgilio. “Chi fa rigenerazione deve provare a captare i flussi di pensiero, espresso o non esplicitato, e i desideri presenti negli spazi pubblici. È nostro compito anche leggere questi flussi e individuare possibili nuove destinazioni per i luoghi esistenti. Nel corso di questi anni abbiamo assistito a tanti abbandoni, da quello delle aree industriali fino a quello più recente dei luoghi del lavoro tradizionali, per effetto della pandemia”.
Due gli obiettivi che si è imposta l’amministrazione della città: renderla attrattiva per nuovi potenziali residenti (con particolare riguardo per gli studenti universitari fuori sede) e davvero abitabile per le giovani famiglie, i bambini e gli adolescenti; in parallelo, si punta a estendere la comune percezione del centro storico, portandolo oltre le ridotte porzioni ritenute nevralgiche dalla maggior parte dei residenti.
Nel seguire questi obiettivi si è parlato quindi di un un modello di urbanistica “alternativo”. Un modello, chiarisce il vicesindaco, che “passa anche per il contrasto dei perimetri: in passato una città si sviluppava sulla base di comparti e perimetri, ma oggi assistiamo alla contaminazione delle funzioni. Un esempio? La casa che diventa anche spazio professionale. In Giovani in centro pensiamo alla cultura come volano per l’inclusione sociale, per questo intendiamo favorire l’aggregazione e lo scambio tra abitazioni, artisti e creativi”.
Come manifesto di queste intenzioni, è stato già approvato l’intervento di restauro della ex-chiesa di San Francesco firmato Isolarchitetti. Si tratta di un edificio di interesse storico e architettonico, risalente alla seconda metà del XIII secolo, che ha perso negli anni la funzione religiosa diventando parte dell’ospedale di Santa Maria della Pietà fino al 1971. L’importante architettura, nel corso di questo progetto, sarà trasformata in uno spazio per la collettività, dotato di servizi alla cittadinanza con particolare attenzione alle fasce più giovani, per la scuola di seconda opportunità – con lo scopo di contrastare la dispersione scolastica – per laboratori, aule musicali e sedi di associazioni.
Già presentato lo scorso dicembre, ci sarà poi il Nuovo Ospedale di Cremona progettato da Mario Cucinella Architects. L’architetto bolognese ha interpretato la tipologia dell’ospedale integrandola con la città e soprattutto aprendola al contesto socioculturale. Il centro sanitario infatti non ospiterà solo servizi di diagnosi e cura, ma anche spazi di interazione sociale e svago, in una concezione olistica del benessere e della salute, che non separi nettamente i sani dai malati. Anche qui nel programma sono state aggiunte le funzioni di asilo, e le aree educative presenti nel complesso verranno arricchite da una biblioteca e da residenze temporanee per i pazienti e le loro famiglie, anche al fine di promuovere nuove relazioni con la comunità locale.
“Il progetto complessivo terminerà nel 2027 con un investimento di circa 17 milioni di euro, assicurato da Fondi Europei gestiti da Regione Lombardia e da cofinanziamento comunale. I cantieri inizieranno nei prossimi mesi e termineranno entro il 2026”, conclude Virgilio. “l tema del riutilizzo degli edifici ci consente di recuperare tracce del nostro passato riqualificando intere aree urbane dal punto di vista architettonico, ambientale, paesaggistico e culturale rigenerando completamente contesti che altrimenti costituirebbero un vuoto nel nostro presente e proponendo una visione di città che si candida a diventare attrattiva verso famiglie, giovani, lavoratori che cercano alternative vivibili rispetto ai grandi centri.”