Con l’inizio del nuovo anno, il governo di New York è ufficialmente passato dalle mani di Bill de Blasio a quelle di Eric Adams. Il democratico si trova quindi, in crisi pandemica ancora galoppante, a dover trovare celeri risposte da una parte alle problematiche correlate al cambiamento climatico – aumento del livello del mare e inondazioni – dall’altro alla sempre più crescente crisi degli alloggi, la quale era stata temporaneamente placata dal virus.
I predecessori de Blasio e Bloomberg avevano entrambi vagliato piani che includevano l’estensione del litorale lungo l’East River a Lower Manhattan. Ma Adams potrebbe prendere in considerazione una direzione molto più radicale, quella suggerita dal professore di economia della Rugters University James Barr in un articolo recentemente apparso sul New York Time: quella di espandere l'isola di Manhattan nel porto di New York di 1.760 acri. Questa nuova proposta offrirebbe una protezione significativa contro le mareggiate, creando allo stesso tempo nuovi alloggi – si stima che con una densità simile a quella dell’Upper West Side, potrebbe avere quasi 180.000 nuove unità abitative. Come già molti altri interventi nella storia della città, il progetto rimodellerebbe il litorale meridionale di Manhattan.
New Mannahatta – nome che i Lenape diedero inizialmente a Manhattan – aiuterebbe così New York City a fortificarsi contro l’aumento del livello del mare, spingendo luoghi vulnerabili come Wall e Broad Streets più all’interno, mentre la penisola può essere progettata con protezioni specifiche intorno alla sua linea costiera per tamponare se stessa e il resto della città dalle inondazioni. Costruire il terreno ad un’altezza maggiore migliorerebbe ulteriormente la sua capacità protettiva, e la nuova penisola potrebbe ricreare ecologie storiche ed erigere centri di ricerca ambientale ed ecologica dedicati a migliorare la qualità del mondo naturale di New York.
Immagine di apertura: foto Brandon Jacoby via Unsplash