Un labirinto a più livelli, una metropolitana che non si ferma mai, un karaoke deserto, personaggi improbabili estrapolati dalla banalità del nostro quotidiano. Mike’s Maze è il nuovo videogioco che l’artista Fabiano Speziari sta sviluppando per The Sandbox, metaverso in cui, grazie a pixel tridimensionali chiamati “voxel”, è possibile creare videogiochi, esperienze artistiche, musei digitali. Mike’s Maze si differenzia da un semplice videogioco perché non offre solo un’esperienza interattiva e artistica, ma chiama in causa il vissuto dell’utente. La struttura all’interno della quale ci si si muove è costruita a più livelli, percorribili dal basso verso l’alto: una scalata divertente, a tratti stressante, complessa, mai banale o prevedibile. Muovendosi tra stretti corridoi e stanze tanto familiari quanto stranianti, l’utente intraprende idealmente un percorso di crescita e confronto per redimere la propria anima. Non a caso il viaggio partirà da uno scantinato deserto per proseguire attraverso scenari distopici incredibilmente vicini alla nostra realtà quotidiana.
Mike’s Maze è l’opera d’arte dell’epoca di NFT e videogiochi
L’artista Fabiano Speziari racconta la sua nuova opera, al tempo stesso videogame ed esperienza artistica, in uscita nel metaverso virtuale di The Sandbox.
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- Clara Rodorigo
- 19 ottobre 2021
Ogni piano è sviluppato come un labirinto, una escape room la cui via d’uscita va ricercata dialogando con altri personaggi e interagendo con gli oggetti a disposizione nelle stanze. La volontà di indagare e testare le varie declinazioni dell’animo umano nella contemporaneità ha da sempre contraddistinto il lavoro di Speziari. Laureato in design, ha successivamente intrapreso la professione di disegnatore tecnico industriale, sperimentando con materiali e tecniche differenti, portando avanti in parallelo la sua carriera d’artista; “La realizzazione di questo gioco riunisce diversi aspetti del mio lavoro e delle mie esperienze nel tempo”, spiega. “La mia formazione è prevalentemente tecnica. Per quasi 15 anni ho lavorato come progettista industriale, seguendo metodologie tecniche e precise. In un certo senso mi sono sempre diviso tra il razionalismo di Le Corbusier, della Bauhaus, e i Simpson, intesi come esempio celebre di pop art. Tutte queste influenze in contrasto mi hanno portato alla concettualizzazione e in seguito alla creazione di mondi e strutture ben definite e complesse, allo stesso tempo colorate e divertenti”.
Nel corso degli anni, Speziari ha realizzato lavori che raccontano tanto di una fascinazione per il mondo naturale quanto di un’attenzione analitica per quello digitale. Alberi, forme naturali e animali in resina lo hanno accompagnato nel corso della sua carriera fino ad evolvere in veri e propri agglomerati e moduli abitativi, le cosiddette “clods”, o “zolle”, critica all’ambiente urbano e alla massificazione della società contemporanea. “Le mie clods rappresentano piccole parti del nostro pianeta che è andato distrutto dall'avidità umana e ora fluttuano nel vuoto; gli stessi abitanti sono casuali. Rappresentano i sopravvissuti alla distruzione, che provano a ricostruire una nuova vita su una nuova zolla”. Una prospettiva tragicomica e distopica caratterizza spesso la visualizzazione di questi mondi paralleli, sfociando in una riflessione critica e urgente sulla realtà. “Quando si osserva una clod, è fondamentale andare oltre la prima lettura. Nelle clods voglio indagare l’animo umano e le sue deviazioni, le sue manie e stramberie. È importante osservarle a fondo per coglierne queste sfumature. Mike’s Maze rispecchia questa mia ricerca fatta nel tempo. È un viaggio da compiere attraversando vari piani, partendo dal basso ed arrivando alla cima, alla ricerca della redenzione, che potrebbe non arrivare mai”.
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Con Mike’s Maze, l’utente ha accesso a un’opera d’arte digitale all’interno della quale muoversi, riflettere, cambiare idea. Speziari ha curato personalmente la realizzazione di tutti gli assets, ognuno dei quali corrisponde a un NFT. Serena Tabacchi, head of publishing per The Sandbox e co fondatrice del MoCDA, Museum of Contemporary Digital Art, ha collaborato allo storytelling del videogioco: “Il progetto nasce come ibrido in bilico tra il mondo dell’arte e l’universo del gaming, che in questo momento storico sta assumendo forme nuove”, spiega Tabacchi; “The Sandbox stesso è difficile da definire; È un universo, un gioco, uno spazio espositivo e creativo che offre molteplici possibilità ed è in continuo divenire, accessibile ad artisti e non solo. Conoscevo Fabiano molto prima della realizzazione del videogioco per le sue clods, assurdi ecosistemi dispersi nello spazio, e l’idea con Mike’s Maze è proprio di portare quella stessa assurdità in ambienti a noi familiari come un carcere, l’appartamento di persona abbiente, un asilo, spazi in dialogo con la nostra psiche. In Mike’s Maze l’arte è viva, è possibile immergervisi, alterarla.”
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Il metaverso di The Sandbox darà la possibilità ad artisti, appassionati o semplici curiosi di sperimentare, creare ed esporre le loro opere e realizzare videogiochi; Mike’s Maze sarà tra i primi videogiochi ad essere rilasciato sulla piattaforma. “Prima dell’avvento degli NFT per molti artisti era complicato lavorare e certificare il loro lavoro sul digitale. In un certo senso gli NFT ci hanno aiutato a realizzare un’arte prima impensabile”, commenta Speziari. Qualsiasi oggetto costruito per Mike’s Maze diventerà un NFT e potrà essere acquistato, proprio come un’opera d’arte. “In questo modo un’artista può ad esempio creare il gioco e su un’altra ‘land’ aprire la sua galleria e il suo atelier virtuale”, spiega l’artista. “Nonostante in molti siano scettici, io ho visto solo le opportunità e le possibilità offerte da questa nuova frontiera; oggi lavoro solo in questo ambiente e in questa dimensione virtuale”.
Courtesy: l'artista
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