Video Sound Art festival, a Milano dal 18 al 25 settembre, porta arte e musica all’interno di due luoghi iconici del capoluogo lombardo: il Museo Civico di Storia Naturale e lo storico Planetario Ulrico Hoepli, quest'ultimo già protagonista di un indimenticabile evento Domus qualche anno fa, con il Guest Editor Michele de Lucchi. Il 18 e 19 settembre 2021, il Planetario ha ospitato la performance musicale “L’occhio e i pianeti” dell’artista Luca Maria Baldini, in collaborazione con Le Cannibale, drammaturgia a cura del team curatoriale Video Sound Art (Laura Lamonea, Thomas Ba e Davide Francalanci) e regia di Tommaso Santagostino. Una performance, spiega l’artista, nata dalla volontà di creare un dialogo tra arte (minuscolo o tutto maiuscolo), musica e astronomia che coinvolgesse direttamente il Planetario Hoepli di Milano attraverso il prezioso intervento dell'astrofisico Fabio Peri nel processo creativo. Una collaborazione che, citando l’artista, ha saputo delineare “una storia fatta di poesia e scienza”. Il Planetario ha regalato nuove connotazioni alla performance di Baldini. Una miscela di field recordings registrati in natura, suoni sintetici e strumenti acustici danno vita a un “paesaggio sonoro” in cui “i confini vengono abbattuti e la parola si fonde con la musica elettronica in modo fluido. Immersi nello sfondo stellare e spaziale del Planetario, riusciamo a dimenticarci di vivere in un mondo dominato dall'inquinamento luminoso”, ha commentato l’artista. Un’atmosfera alla quale concorrono simbioticamente l’opera e lo spazio che la accoglie.
A Milano il planetario brilla di musica e arti visive
L'ennesima vita del Planetario Ulrico Hoepli di Milano, questo autunno protagonista del paesaggio sonoro di Baldini e di una nuova opera video di Trevisani.
Credit: Francesca Ferrari
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- Clara Rodorigo
- 24 settembre 2021
Ad oggi, quello di Milano è il Planetario più grande d’Italia. Manifestazioni culturali ed eventi a cavallo tra Arte, Letteratura e Astronomia attirano ogni anno oltre 120.000 visitatori. Inaugurato nel maggio del 1930, il Civico Planetario Ulrico Hoepli è stato donato alla città di Milano da Ulrico Hoepli, fondatore dell’omonima casa editrice, e rappresenta il secondo planetario ad esser realizzato in Italia dopo quello di Roma. L’edificio in stile neoclassico fu progettato dall’architetto Pietro Portaluppi in un’area dei giardini pubblici di Porta Venezia, a pochi passi dal Museo Civico di Storia Naturale. Al suo interno era custodito lo strumento planetario Zeiss modello II, tramite il quale un pubblico di oltre trecento persone poteva ammirare la proiezione del cielo stellato sul rivestimento interno della cupola. Negli anni ’60, la fascinazione per le missioni spaziali e lo sbarco sulla luna incrementò l’attenzione e l’afflusso dei visitatori. Nel 1980, il planetario fu aggregato al Museo Civico di Storia Naturale e dotato di nuovi sistemi di elaborazione e proiezione delle immagini e di un impianto audio. Per l’undicesima edizione del festival, Video Sound Art ha invitato l’artista Luca Trevisani a realizzare una nuova opera video che esplori il Planetario come “macchina teatrale e display di eventi astronomici”. La finalizzazione del progetto è prevista per il 2022. Come per la performance musicale di Luca M. Baldini, l’opera di Trevisani non racconterà didascalicamente il Planetario, ma ne incorporerà suggestioni e atmosfere per costruire una storia.
“Un Planetario”, ci racconta Trevisani, “è uno spazio teatrale in cui si raccontano e mettono in scena le nostre concezioni e percezioni dello spazio celeste, di quello astrale e di quello che abitiamo nel quotidiano. La nostra idea di mondo viene proiettata su uno spazio concavo con fini didattici, spettacolari e immaginifici”. Nel concepire e realizzare la sua opera, Trevisani si propone di “rileggere il metabolismo e la vitalità del Planetario Hoepli, alterando e potenziando il regolare funzionamento di questo scrigno magico e prezioso, raccontandone gli effetti con un film”. L’opera inedita saprà inoltre donare nuova vita e ricontestualizzare la produzione dell’artista: “dal 2008 realizzo delle sculture volanti con palloni riempiti di elio e stecche di balsa, (es. La costellazione basculante). Sono ritratti di costellazioni immaginarie che raccontano e smascherano l’umana ossessione per l’ordine, la classificazione e la proiezione costante del nostro sistema percettivo sul mondo. Sculture irrequiete che volano, viaggiano, si spostano nello spazio, mutano nel tempo, decadono, si sgonfiano, per poi venir ricostruite. Un palinsesto spaziale ironico e serissimo. Per questa nuova opera, l’idea è di far assistere le mie sculture, le mie costellazioni, ad uno degli spettacoli del planetario milanese, per raccontare alle stelle cosa ne pensiamo di loro, qual è la nostra idea del cielo, e registrare una testimonianza di questo piccolo rito animista, tanto improbabile quanto serio e convinto”. Trevisani la definisce “una lezione assurda, impossibile e destabilizzante, necessaria per stanare l’ovvio, la consuetudine e gli ordini del discorso anchilosati”. Una storia che non pretende di spiegare, ma sa raccontare. “Serve interrompere la continuità del nostro dire per generare sguardi più ampi e consapevoli; per questo motivo la lezione spettacolo del planetario non potrà utilizzare le parole e i vocaboli di cui solitamente una lezione si nutre. Parlare alle stelle, ma senza poterle nominare”.
L’undicesima edizione di Video Sound Art festival mette al centro la nozione di “ritmo” quale fenomeno sociale e naturale, motore del cambiamento ed essenza di ogni organismo. Dal 2011, il festival promuove e sostiene nuove produzioni, portando l’arte contemporanea in contesti espositivi al di fuori dei circuiti distributivi ordinari, tra cui scuole pubbliche, sotterranei, sale teatrali e impianti sportivi. Il programma presenta performance e installazioni in dialogo con i luoghi che le ospitano; Uno scambio che si concretizza nelle opere di artisti contemporanei quali Haig Aivazian, Caterina Gobbi, Francesco Cavaliere e Tomoko Sauvage, Andrea di Lorenzo, Cecilia Mentasti e Radouan Mriziga.
Performance di Cecilia Mentasti
Credit: Francesca Ferrari
Credit: Francesca Ferrari
Installation View, 2021