Pride photo award: il mondo nella zona arcobaleno

Una mostra fotografica itinerante racconta i tanti volti della comunità LGBTQIAP+.

Nato per ricordare i cosiddetti “moti di Stonewall” del giugno 1969, il Pride month è ormai una realtà consolidata in moltissime città del mondo, che prevede—a volte con maratone che iniziano già da metà mese e si protraggono fino alle date simbolo del 27 e 28—iniziative anche impegnatissime, ma sempre coloratissime (e in molti casi, già da questa edizione, nuovamente in presenza). Tra quelle che scelgono la fotografia come linguaggio principale, e che vale davvero la pena di segnalare, c’è sicuramente il Pride Photo Award.

Sumi Anjuman, dalla serie Somewhere else than here

Promosso dalla Pride Photo Foundation, una piattaforma no­­–profit di Amsterdam che dal 2010 si adopera per portare alla nostra attenzione storie lontane dagli stereotipi, il concorso incoraggia la presentazione di lavori fotografici da parte di persone che provengono da «tutti i percorsi di vita», si legge sul sito dell’organizzazione, «indipendentemente da genere, preferenze sessuali, razza, credo politico, religione o nazionalità. L'unico requisito è che le foto rappresentino qualsiasi forma di diversità sessuale e/o di genere».

Obbiettivo dichiarato della fondazione è quello di promuovere e favorire l'accettazione di concetti semplici ma scivolosi (e fin troppo spesso strumentalizzati, vedi la querelle sul Ddl Zan, ma anche le ipocrisie della nuova legge ungherese sulla "tutela dei diritti dei bambini" e, non da ultime, le polemiche sull'illuminazione arcobaleno dello stadio di Monaco di Baviera durante gli Europei di calcio), come la diversità sessuale e di genere, ovvero la pluralità e la fluidità di espressione e identità di cui la comunità LGBTQI+ si fa concettualmente e fisicamente testimone.

La mostra che nasce ogni anno da questa iniziativa è itinerante (fino a novembre in diverse città olandesi) e, per questa edizione, all’aperto. E se si può finalmente accogliere come un dato positivo il fatto che sarà impossibile tornare a una “vecchia” normalità, dove c’era chi si arrogava il diritto di definire cosa fosse normale e cosa no, mai ci potrebbe essere tema più adatto a questi tempi di quello dell’edizione 2020/2021 del Photo Pride: Curiosità (sottotitolo: la bussola delle nostre passioni)

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