È il 12 febbraio 2005, e in una New York che sta ancora facendo i conti con la tragedia dell’Undici Settembre, si accende una luce che riscalda il cupo inverno di Central Park: The Gates, il grande progetto di Christo e Jeanne-Claude per il polmone verde della città, è finalmente aperto al pubblico.
7.503 portali colorati, ispirati ai portali torii che costeggiano il percorso verso il Santuario Fushimi Inari a Kyoto, alti circa cinque metri e dalla larghezza variabile, sono posizionati lungo i sentieri del parco a intervalli di circa tre metri. In cima a ciascun telaio sono fissati dei pannelli in tessuto color zafferano, che si lasciano ondeggiare al vento.
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Questa infinita sequenza di portali era visibile anche dai grattacieli circostanti, attraverso i rami spogli degli alberi. Un fiume d’oro per chi lo osservava da lontano, o un soffitto dorato per chi decideva di attraversare il percorso a piedi. L'opera rimase a Central Park per sedici giorni, dopodiché i portali furono rimossi e i materiali riciclati industrialmente.
Quest’anno ricorrono i vent’anni: dal 12 febbraio, un’esperienza in realtà aumentata permetterà ai visitatori di rivivere The Gates a Central Park, accessibile tramite l'app gratuita Bloomberg Connects. Contemporaneamente, una grande mostra sarà inaugurata presso The Shed, dedicata a diversi progetti incompiuti di Christo e Jeanne-Claude e ai venticinque anni di gestazione del progetto di The Gates.
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Sì, ci sono voluti ben venticinque anni perché l’opera di una delle coppie più nota dell’arte contemporanea prendesse vita, e Domus ne ha seguito gli sviluppi fin dall’inizio: sul numero 609 del settembre 1980, annunciato per la prima volta il progetto, Jeanne-Claude e Christo raccontavano di come dall’aprile dello stesso anno fossero in corso delle trattative con le istituzioni della città, non entusiaste di concedere lo spazio cittadino a questa iniziativa – lo stesso Christo riporta una significativa citazione per spiegare le difficoltà che avrebbero affrontato “there are 2 holy things in New York: Motherhood and Central Park”.
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In un articolo del New York Times, datato 5 marzo 1981, sono riassunti con chiarezza gli impedimenti individuati dal Parks Department della città: il progetto avrebbe attirato troppi visitatori, trasformandosi in un evento pubblico che avrebbe potuto arrecare danni al parco, oltre che limitarne la manutenzione nei periodi di allestimento e disallestimento, senza contare i costi annessi all’operazione, e l’insostenibile idea che uno spazio pubblico così importante per la città venisse sfruttato da privati, creando un precedente inaccettabile. Insomma, si trattava dell’opera sbagliata, nel luogo sbagliato, al momento sbagliato.
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Un aggiornamento sulla battaglia di Christo per New York è riportato da Domus sul numero di luglio 1981, in un trafiletto dal titolo “Battaglie in corso”, e il progetto ridiscusso in una intervista di Lisa Licitra Ponti a Christo, datata 9 gennaio 1986, e pubblicata sul numero 670 di Domus del marzo dello stesso anno. In questa occasione, Christo raccontava dei progetti in fieri, tra cui anche quello di impacchettare il Reichstag a Berlino (che avrà poi luogo nel 1995) non privo di difficoltà. Ma se a Berlino si era spontaneamente costituito un comitato di cittadini a supporto dell’iniziativa, da New York gli era stato appena recapitato un libro di 235 pagine di accuse contro la realizzazione di The Gates.
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Ci vollero altri diciannove anni perché il progetto fosse finalmente realizzato: l’allora sindaco della Grande Mela, Michael R. Bloomberg, durante l’inaugurazione dell’installazione, sottolineò come l’arte pubblica potesse giocare un ruolo importante nella vita della città, sia da un punto di vista economico, dato il grande numero attività e di turisti previsto, sia da un punto di vista sociale, storico e culturale, arricchendo il patrimonio della città e creando una nuova occasione di aggregazione.
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Oltre ai vent’anni di The Gates, il 2025 segna altri tre importanti eventi: il novantesimo anniversario della nascita di Christo e Jeanne-Claude, entrambi nati il 13 giugno 1935; il trentesimo anniversario del “Wrapped Reichstag” a Berlino a giugno, e il quarantesimo anniversario di “The Pont Neuf Wrapped” a Parigi a settembre – per l’occasione riletta dall’artista francese JR con un’installazione prevista per settembre 2025.