Rosso, come il primo ritratto ufficiale di re Carlo III.
Svelato da Buckingham Palace, opera del rinomato artista britannico Jonathan Yeo, il dipinto racconta una storia di resilienza e trasformazione con un linguaggio visivo che sfida le convenzioni.
Carlo è avvolto in un abbraccio di rosso intenso, descritto con uno sguardo benevolo e un sorriso che sembra custodire segreti. I segni del tempo sono impressi sul suo volto, non celati, ma esaltati. Il rosso che domina la scena non è solo un colore, ma una presenza viva, che avvolge e protegge, quasi fosse una figura materna.
Era il 2020 quando Yeo ricevette l’incarico di dipingere Carlo per celebrare i suoi 50 anni come membro della “Drapers’ Company”, una delle antiche corporazioni di Londra. Allora Carlo era ancora principe di Galles, e l’artista iniziò a delineare un ritratto che avrebbe dovuto raccontare l’uomo dietro il titolo. Ma il destino, con il suo tipico senso dell’ironia, trasformò il principe in re, e Yeo dovette rielaborare la sua visione.
Il risultato è un’opera che parla di metamorfosi. Carlo, in uniforme delle Guardie Gallesi, è rappresentato con una farfalla monarca che aleggia delicatamente sopra la sua spalla destra. Questo dettaglio, quasi impercettibile a un primo sguardo, è carico di simbolismo.
La farfalla, emblema di trasformazione, rappresenta il viaggio di Carlo da principe a sovrano del Regno Unito e dei 14 Paesi del Commonwealth. Richiama anche il suo impegno per l’ambiente e rievoca il toccante momento della regina Elisabetta II alla Cop26 del 2021, quando indossò una spilla a forma di farfalla e posò accanto a una foto scattata dal marito, raffigurante uno sciame di farfalle.
È un rosso forte, potente, come un Re.
Le dimensioni del dipinto, 2,6 metri di altezza per 2 metri di larghezza, amplificano l’aura di maestosità del re, ma è il rosso a dominare, a pulsare come il battito di un cuore. È un rosso forte, potente, come un Re.
Le reazioni a questa audace rappresentazione sono state varie. Alcuni hanno lodato l’innovazione e la profondità dell’opera, mentre altri avrebbero preferito una visione più tradizionale.
Un colore volitivo, imperioso e impetuoso, il colore del comando. “Colori muscolari, violentissimi, rossissimi” diceva Giacomo Balla, piuttosto certo del fatto che “si pensa e si agisce come ci si veste”, un colore avvolgente e penetrante che nasconde l’uomo fondendosi con il ruolo.
Una trasformazione contemporanea della più nota tradizione della ritrattistica reale dove il figurativo lascia il posto al colore. Magnetico e potente, colto e raffinato, sapiente e profondo, un ritratto che fonde il passato con il presente, il reale con l’astratto, che torna all’origine e alla cultura più antica.
Dice il Signore “anche se i vostri peccati fossero come scarlatto, diventeranno come la neve;
Anche se fossero rossi come porpora, diventeranno come la lana” Isaia, 1, 16-18.
Erano tinti di scarlatto i mantelli degli spartani in battaglia poiché in movimento avevano il compito d’intimorire il nemico e mimetizzavano le macchie di sangue. Son rosse le camicie dei mille: “Qui arte vetusta tinse le camice rosse, che sangue generoso avrebbe ritinti nelle battaglie della libertà”.
È rosso il magenta, il porpora, il cremisi, il corallo, è un rosso Carlo III.
Immagine di apertura: Jonathan Yeo, Ritratto di Re Carlo III, 2024. Courtesy Philip Mould & Company