Uno dei più importanti esponenti del vedutismo inglese romantico, John Constable, nacque oggi, l’11 Giugno del 1776. In seguito all’esperienza maturata presso la Royal Academy, l’artista iniziò intorno ai primi anni dell’800 una prima produzione di opere di grande rilievo. Bozzetti di paesaggi en plan air erano i suoi soggetti preferiti, le campagne di Dedham e le rive del fiume Stour erano rappresentati attraverso dalla sua pittura a olio. Quello erano i luoghi della sua fanciullezza, che non abbandonò mai durante la sua carriera pittorica. Iniziò, proprio grazie a quei luoghi, a scostarsi dai modelli appresi durante gli anni accademici, osservando attentamente i fenomeni naturali. Lo scintillare del sole era creato da una pennellata grezza e vigorosa, così come i movimenti delle nuvole o la violenza della tempesta. I metodi tradizionali di sfumatura furono accantonati e le sue opere apparivano agli occhi dei contemporanei incomplete, quasi astratte, solo Heinrich Füssli lodò la freschezza del suo approccio:”Mi piacciono i paesaggi di Constable; è sempre pittoresco, con colori raffinati, e la luce si trova sempre nella giusta posizione; ma mi fa venire in mente l’impermeabile e l’ombrello”.
Per i lavori più ambiziosi, che egli stesso definiva six-footers, adottò l'inusuale tecnica di eseguire uno schizzo a misura definitiva, un lavoro che cercava già la sua forma finale, una ricerca della perfezione della natura sostanzialmente imperfetta per definizione, poiché mutevole. Condizioni atmosferiche particolari come tramonti, chiari di luna, tempeste e mareggiate o luoghi naturali, erano scelti dall’artista per la loro spettacolarità: precipizi, orridi, boschi popolati da alberi suggestivi e alte vette. I paesaggi di Constable utilizzano una natura più raccolta e privata, meno turbolenta, a differenza del suo contemporaneo Wiliam Turner. Il Victoria & Albert Museum di Londra possiede la più vasta collezione di opere dell’artista, donate in gran parte dalla figlia del pittore, ma un’opera, forse la più nota, è conservata nella sale della National Gallery: Il Carro di fieno.
La pittura è una scienza. Andrebbe perseguita come un’indagine secondo le leggi della natura.
Una porzione della campagna inglese, un contadino che conduce il carro e il clima che all’improvviso cambia e irrompe sulla tranquillità della vita e del lavoro. L’acqua riflette il verde della vegetazione, Il boschetto di alberi dietro la casa crea una quinta naturale dai toni scura mentre spiccano le abitazioni, costruite davanti a quegli alberi. La parte alta del dipinto ospita un cielo denso di nuvole. Si intravede qualche tocco di azzurro tra il bianco grigio delle nubi. La luce è naturale e riflessa dalle grandi nubi bianche, agendo come dei potenti riflettori che distribuiscono la luce bianca sulla tutta la scena.
Il dipinto si sviluppa in orizzontale, costruzione tipica dei paesaggi. L’ansa del ruscello crea una curva compositiva sulla sinistra. Questa direttrice porta lo sguardo in profondità. Il movimento è assecondato dal prato illuminato. Gli ammassi nuvolosi sembrano procedere da sinistra a destra, coerentemente con la parabola del paesaggio. Questo movimento produce una certa partecipazione emotiva dell’osservatore, una visione reale. Sembra infatti di percepire il vento e l’atmosfera fresca carica di tensione che anticipa un temporale estivo.
“La pittura è una scienza” afferma Constable nell’opera La storia della pittura di paesaggio “andrebbe perseguita come un’indagine secondo le leggi della natura. Perchè dunque, non potrebbe un paesaggio essere considerato come una branca della filosofia della natura, i cui dipinti non sono altro che esperimenti?”
Immagine di apertura: John Constable, La cattedrale di Salisbury vista dai terreni del vescovo, 1823; olio su tela, 87 × 111 cm, Victoria and Albert Museum, Londra.