Bianco-Valente vs Gio Ponti: un dialogo tra arte e architettura per i 60 anni dell’Istituto Italiano di Cultura di Stoccolma

Al tramonto, l’installazione del duo di artisti italiani si accende di una fitta maglia di filamenti luminosi blu che creano un cortocircuito tra i riflessi della vegetazione circostante e le linee snelle dell’edificio di Gio Ponti.

In Amate l’architettura, Gio Ponti afferma che: “L’architettura come arte deve nutrire l’anima degli uomini e i loro sogni sul piano dell’incanto”. È con questo incanto che si relaziona l’installazione ambientale sviluppata da Giovanna Bianco e Pino Valente per i 60 anni dell’Istituto Italiano di Cultura a Stoccolma. Si tratta di un dialogo aperto con l’edificio realizzato da Ponti nel 1958 nel quartiere Gardet della capitale svedese. Un’architettura leggera, una delle prime realizzazioni dell’architetto milanese al di fuori dei confini italiani, pensata come un’opera d’arte totale. La leggerezza compositiva si riflette nel tetto “volante” e nelle tessere di ceramica che rivestono l’esterno andando a definire una forma che ricorda la carena di una nave.

Relational, l’installazione ambientale sviluppata da Giovanna Bianco e Pino Valente per i 60 anni dell’Istituto Italiano di Cultura a Stoccolma Al tramonto, l’installazione del duo di artisti italiani si accende di una fitta maglia di filamenti luminosi blu che creano un cortocircuito tra i riflessi della vegetazione circostante e le linee snelle dell’edificio di Gio Ponti

Bianco-Valente, Relational, IIC Stoccolma, 2018. Foto dell’installazione. Disponibile fino al 10 febbraio 2019

Relational, l’installazione ambientale sviluppata da Giovanna Bianco e Pino Valente per i 60 anni dell’Istituto Italiano di Cultura a Stoccolma Al tramonto, l’installazione del duo di artisti italiani si accende di una fitta maglia di filamenti luminosi blu che creano un cortocircuito tra i riflessi della vegetazione circostante e le linee snelle dell’edificio di Gio Ponti

Bianco-Valente, Relational, IIC Stoccolma, 2018. Foto dell’installazione. Disponibile fino al 10 febbraio 2019

Relational, l’installazione ambientale sviluppata da Giovanna Bianco e Pino Valente per i 60 anni dell’Istituto Italiano di Cultura a Stoccolma Al tramonto, l’installazione del duo di artisti italiani si accende di una fitta maglia di filamenti luminosi blu che creano un cortocircuito tra i riflessi della vegetazione circostante e le linee snelle dell’edificio di Gio Ponti

Bianco-Valente, Relational, IIC Stoccolma, 2018. Foto dell’installazione. Disponibile fino al 10 febbraio 2019

Relational, l’installazione ambientale sviluppata da Giovanna Bianco e Pino Valente per i 60 anni dell’Istituto Italiano di Cultura a Stoccolma Al tramonto, l’installazione del duo di artisti italiani si accende di una fitta maglia di filamenti luminosi blu che creano un cortocircuito tra i riflessi della vegetazione circostante e le linee snelle dell’edificio di Gio Ponti

Bianco-Valente, Relational, IIC Stoccolma, 2018. Foto dell’installazione. Disponibile fino al 10 febbraio 2019

Istituto Italiano di Cultura, Stoccolma

Foto Massimiliano Lacertosa

Inaugurazione Relational. Serata dedicata a Gio Ponti

È la conferma di come “abitare alla Ponti” significhi godere di uno spazio fluido dove ogni elemento contribuisce ad arricchire la vita, concepita come espressione d’incontro e dialogo. Sono questi elementi ad avere spinto la direttrice dell’Istituto Maria Sica a coinvolgere il duo di artisti Bianco-Valente, che ha installato una rete luminosa sulla facciata. Processo, relazioni, spaziatura, scrittura, luoghi, viaggio, traiettorie sono alcune delle componenti del loro linguaggio. Non nuovi a interventi di questo tipo, ne avevano realizzato uno analogo nel cortile interno del Museo Madre di Napoli. La loro pratica artistica non è mai invasiva, ma cerca di attivare la potenza che sonnecchia sotto la superficie dei luoghi che incontrano, attraverso le azioni con gli abitanti – che sono anche spettatori e attori – delle loro installazioni. Un continuo, incessante interrogare l’energia potenziale delle cose.

È proprio questa ricerca immateriale, questo lento lavorio sullo spazio e sulla sospensione che produce coincidenze relazionali. Relational curata da Adriana Rispoli è un’opera che esalta il desiderio pontiano di creare, attraverso l’edificio che ospita l’Istituto di Cultura Italiano, un luogo d’incontro e scambio tra culture. La scenografica maglia luminosa sembra scavare nelle pieghe della facciata alla ricerca di un dialogo aperto con le storie, le piccole o grandi narrazioni che attraversano il tempo, i 60 anni di chi ha vissuto e abitato gli spazi. Relational è un intervento dialettico, è un luogo dove il passato incontra il presente, come in sogno, purificato dalla contingenza. Un incanto, appunto. Un processo di spaesamento che permette di guadagnare una consapevolezza del valore umano dell’architettura e dell’arte.

Bianco-Valente, Relational, IIC Stoccolma, 2018. Foto dell’installazione ambientale per i 60 anni dell’Istituto Italiano di Cultura.

L’opera è strettamente legata all’arte intesa come spazio dell’umano. Percezione e relazione sono i concetti-chiave di questo lavoro di Bianco-Valente, “due parole facili facili che però vengono sempre fuori quando cerchi di definire l’esistente, sia dal punto di vista dell’architettura, sia attraverso l’analisi delle dinamiche complesse messe in atto dalle sovrastrutture sociali e culturali legate all’uomo: la politica, l’economia, i movimenti di opinione delle masse”, affermano. “Già l’atto del percepire implica mettere in relazione ciò che si sta esperendo con il bagaglio delle precedenti esperienze presenti in un luogo o, quantomeno, essere in grado di valutare lo stesso fenomeno da due punti di vista differenti. In effetti, il processo creativo attraverso cui immaginiamo e realizziamo un lavoro sembra assumere, negli ultimi anni, quasi la stessa importanza dell’opera”.

La loro pratica artistica assume forme di volta in volta differenti, sottolineando come ogni attraversamento, ogni luogo sia l’occasione per interrogarsi sull’idea di appartenenza, sui legami, sulle differenze e sulle sfumature umane. “Relational ci ha messi di fronte all’importanza del progetto italiano e al pensiero di un pioniere dell’idea che l’arte come l’architettura sia un elemento di trasformazione del paesaggio e, in maniera più profonda, dell’essere umano” dichiarano gli artisti. Consapevoli di questo delicato equilibrio, hanno realizzato un’opera che, pur nella sua monumentalità, è un lavoro sottile, delicato, che abbraccia l’architettura di Ponti rispettandola, non si sostituisce a essa, ma aggiunge una nuova possibilità di percezione. Al calar del sole nel quartiere di Gardet, immerso in un parco, l’Istituto Italiano di Cultura si accende di una fitta maglia di filamenti luminosi di un blu siderale che creano un cortocircuito tra i riflessi della vegetazione circostante e le linee snelle dell’edificio.

Istituto Italiano di Cultura, Stoccolma. Foto Massimiliano Lacertosa

Immersi come siamo in un presente smemorato, le informazioni, le immagini, le impressioni che riceviamo, sono una successione di cose che niente differenzia o organizza. L’arte di Bianco-Valente è un tentativo di attivare un processo di percezione partecipata e attiva dell’architettura di Gio Ponti.

    Relational a cura di Adriana Rispoli realizzata grazie al lascito testamentario di Birgit Christina Brorsdotter Persson, fino al 10 febbraio 2019.
www.iicstoccolma.esteri.it

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  • Adriana Rispoli
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  • Stoccolma
  • Gärdesgatan 14, 115 27 Stockholm, Svezia