John Bock è nuovamente a Milano. Fondazione Prada e la sua Collezione mettono in mostra uno dei più estesi teatri del Caos mai realizzati dall’artista tedesco in Italia, introducendo al pubblico parte del suo immaginario, ripartito in una grande installazione site specific, all’interno dello spazio espositivo del Podium. Nel 2004, invitato dalla Fondazione Nicola Trussardi, Bock presentò, fra gli altri lavori, la prima Europea del suo lungometraggio: Meechfieber (Milk Fever, 2004). Un’unica, imprevedibile, elaborata enciclopedia di personaggi che abitavano il mondo deragliato di Bock; figure proiettate nell’elegante, austero ambiente della regale sala d’aspetto della Stazione Centrale di Milano.
Nato nel 1965 a Gribbohm, nel Nord-est della Germania, John Bock ha studiato scultura alla Hochshule für Bildende Künste (HfBK) di Amburgo. Bock è conosciuto, fin dagli anni Novanta per le sue lezioni frontali, le sue conferenze-parodia del mondo accademico, durante le quali l’artista si mette in scena circondato da ambienti transitori. Contesti provvisori costruiti artigianalmente a partire da oggetti familiari, detriti, vecchi mobili, assi di legno, componenti d’arredo e altri elementi solitamente inutilizzati e a basso costo. Il suo linguaggio volutamente effimero, non-comprensibile e le azioni intraprese per mortificare qualsiasi scambio chiaramente codificato e stabilito, diventando al servizio di una più ampia metafora sulle comunicazioni precarie tra l’arte contemporanea e l’audience. Anche in Fondazione Prada, l’esposizione dedicata a Bock, tra arredi capovolti e materiali riutilizzati culminerà in una conferenza dal vivo in programma l’8 settembre, all’interno della quale l’artista assieme agli attori Lars Eidinger e Sonja Viegener attiverà il palcoscenico mobile di When I’m looking into the Goat Cheese Baise (2001), navigando attorno all’installazione come: “una mosca attorno alla propria carcassa”.
Bock, infatti, trasforma il piano terra del Podium in una serie concatenata di architetture effimere grottesche. Al centro di questo nuovo intervento sono state collocate due ampie installazioni. Lo scenario in movimento di When I’m looking into the Goat Cheese Baiser e del salotto disassato di Lütte mit Rucola (2006) che traggono entrambe origine dal film corrispondente. Nel video, lo stesso artista impersonifica un killer pazzo che disseziona le sue vittime vive. Nel Podium, il film del set è stato trasformato in un’installazione, che consiste essenzialmente del soggiorno all’interno del quale le torture hanno avuto luogo.
Alloggiati nella propria stanza appena costruita, i visitatori diventano testimoni di quel che rimane delle scene sanguinarie da una sorta di balcone che sovrasta lo spazio. When I’m looking into the Goat Cheese Baiser (2001) è un set mobile che Bock ha utilizzato durante uno dei suoi eventi dal vivo, un assemblaggio di scenografie caleidoscopiche in attesa di essere animate dall’artista, comprendendo un video che documenta una sua lezione frontale tenuta da Bock a New York nel 2001. Attorno a d una sorta di piccola arena, trovano luogo altre costruzioni, tutte accessibile, a diversi livelli, attraverso scale, piccole porte, tende e tunnel. Una stanza fatta di tenda è stata realizzata con una griglia creata da calzini imbottiti, ospitando un assemblaggio di “attrezzature morte”. Un’altra stanza ospita un’installazione che consiste di due vetrine, entrambe facendo emergere e nascondendo, allo stesso tempo, il loro eterogeneo e surrealistico contenuto. Mentre ancora più all’interno, in una tenda cilindrica, una sedia pende da una lunga catena, sopportando ogni caratteristica delle forze della fisica.
- Titolo mostra:
- John Bock. The Next Quasi-Complex
- Date di apertura:
- 18 luglio – 24 settembre 2018
- Luogo:
- Fondazione Prada – Podium
- Indirizzo:
- largo Isarco 2, Milano