Le sue grandi ragnatele, visivamente eccitanti ma apparentemente essenziali, sono il frutto di un lento e meticoloso lavoro manuale dove il gesto quotidiano dell’uncinetto, che intreccia il tessuto, si trasforma in uno spazio architettonico.
Spazio capace di accogliere l’energia di movimenti molto più spettacolari dell’intimo lavoro a maglia che l’artista porta avanti con religiosa pazienza.
Avere scelto la maglia come strumento per creare una scultura, significa avere scelto come metodo di lavoro non il singolo gesto ma la ripetizione del gesto che solo susseguendosi è capace di creare la dimensione e lo spazio dell’opera. L’opera di Toshiko Horiuchi non è una questione di coordinamento o organizzazione ma di motivazione, ovvero la sua arte nasce attraverso il movimento che produce un altro movimento.
L’interesse dell'artista per la natura di un materiale come il tessuto e la sua trama nasce dalle radici della propria cultura, in cui il rapporto con il corpo e con il tatto sono fondamentali forse più che l'immediato aspetto visivo.
Toshiko Horiuchi è interessata all’interazione fra corpo umano e spazio, fra corpo e materiale. Il tessuto è visto come seconda pelle che ci protegge ma anche ci nasconde. Così le sue grandi sculture che sono poi più luoghi che oggetti, offrono a chi le utilizza questa doppia possibilità: nascondersi o proteggersi.
L’arte deve accogliere e ospitare sia fisicamente sia spiritualmente. Usare l’arte di Toshiko Horiuchi significa condividerne anche la natura profondamente spirituale e rassicurante.
Francesco Bonami
Fino al 31 dicembre 2014
Toshiko Horiuchi MacAdam
Harmonic Motion / Rete dei draghi 2013
Progettazione strutturale: Norihide Imagawa
Progettazione e produzione: Charles MacAdam
a cura di Francesco Bonami
Enel contemporanea 2013
MACRO – Museo d’Arte Contemporanea Roma
via Nizza 138, Roma