All'interno di questo apparato scenico elegantemente formalizzato i fringuelli incessantemente svolazzano e si posano saltellando sulle corde delle chitarre, e vi strofinano il becco. Ogni volta che questo avviene lo strumento genera un suono, che viene fortemente amplificato. Alcune delle chitarre sono predisposte in modo da produrre un riverbero. Il risultato sonoro dell'operazione è che l'ambiente riecheggia continuamente di suoni residuali, estemporanei, imprevedibili. Il concerto si prolunga per tutta la giornata.
Lo spettatore costituisce parte attiva dell'insieme, sebbene pure a lui, come ai fringuelli, non sia chiesto che di esserci; la sua stessa presenza spinge gli uccelli a muoversi e a volare, quindi a creare nuova musica.
Céleste Boursier-Mougenot, autore dell'installazione, non è nuovo a questo tipo di operazioni. Musicista e compositore di formazione accademica, da anni Boursier-Mougenot ha optato per un'attività di sperimentazione tesa a coniugare suono e visione. La sua opera nasce da una combinazione di concetto, calcoli e caso: "gli oggetti devono essere lasciati parlare", sostiene.
La sua ricerca su cosa sia la musica e sulla natura dei suoni gli fa ritenere che ovunque esista un potenziale sonoro da indagare; questo lo spinge a orchestrare ogni tipo di situazione e di oggetto: dalla vita di strada, i cui suoni sono processati e rielaborati, agli alberi investiti dal vento, dalle stoviglie fluttuanti che diventano strumenti a percussione, agli aspirapolvere con armonica incorporata: tutte operazioni in cui il suono è frutto di un'improvvisazione che è però conseguenza, accuratamente predisposta, di una scelta.
Ma al di là del punto di vista musicale, con questa installazione il Cubo (lo spazio dell'Hangar Bicocca in cui si trova la mostra n.d.r.) diventa crocevia in cui natura e cultura, il regno del nato e il regno del prodotto interagiscono in un rapporto complesso dando forma a un paesaggio visivo e sonoro ibrido, organico e tecnologico insieme, con sofisticati artefatti che entrano in relazione con il corpo, quello degli animali e per estensione il nostro.
Qui questo lavoro accattivante acquista un significato inedito, fortemente metaforico; il volo circolare dei fringuelli e l'eco che il loro movimento fa riverberare sui muri di cemento dicono con eloquenza la condizione esistenziale di libertà vigilata di noi uomini, che inconsapevoli spesso delle conseguenze delle nostre azioni, e impossibilitati comunque a controllarle, ci muoviamo, magari un po' spaesati, nella vita come in un teatro, interpretando una storia che è la nostra individuale, ma non soltanto.
...il volo circolare dei fringuelli e l'eco che il loro movimento fa riverberare sui muri di cemento dicono con eloquenza la condizione esistenziale di libertà vigilata di noi uomini...