A Berlino anche la Hamburger Banhof si è cimentata nel compiacere la folla, soprattutto con Soma di Carsten Höller, con The Rape of the Sabine Women di Eve Sussmann & The Rufus Corporation e con The Murder of Crows di Janet Cardiff & George Bures Miller. Il che ci porta alla mostra attuale: Cloud Cities di Tomás Saraceno. Cloud Cities – installazione gigantesca che occupa lo spazio espositivo principale – è costruita per essere spettacolare. Filigrana di sfere volanti catturate da un labirinto di ragnatele, la mostra si rifà alle cupole di Buckminster Fuller e ai giardini sospesi di Alex Raymonds. Certe sfere ospitano delle piante, altre sono raggruppate in strutture di Weaire–Phelan, altre ancora sono isolate, di dimensioni abbastanza grandi da permettere al visitatore di entrarci.
A Cloud Cities manca il pathos dei lavori precedenti. La logica sottesa a queste spettacolari strutture è precisamente quella dello spettacolo, e l'estetica espositiva si riduce a voglia di pubblico.