La capanna contemporanea è una macchina che si apre integralmente

Nel piccolo padiglione di Byró architekti vicino a Praga, un originale meccanismo basculante genera un legame nuovo con la natura di un giardino, reinterpretando un archetipo dell’abitare.

Da Laugier a Semper, dalla casa di Adamo in Paradiso di Rykwert al cabanon di Le Corbusier, la capanna è uno dei temi più frequentati nell’architettura. Storicamente è occasione di continua rifondazione dei suoi principi, archetipo universale dell’abitare minimo, sia come riparo sia come punto di appoggio per ogni attività, origine di innumerevoli riflessioni sul rapporto uomo-natura, e sperimentazioni alternativamente ad alto o basso impatto tecnologico

Il Garden Pavilion di Byró architekti riprende tutti questi temi e formula una nuova interpretazione – tema già esplorato in passato – dell’architettura della capanna, o, vista la collocazione dentro un rigoglioso giardino, del capanno.

Byro Arhitekti, Zahradní pavilon, Praga, Repubblica Ceca, 2024. Foto Alex Shoots Buildings

Il nuovo capanno è un semplice volume in legno di larice e abete di 5 metri x 3, protetto da un’unica falda e caratterizzato dalla possibilità di uno dei suoi lati di aprirsi completamente, trasformando questa minuta struttura in una loggia aperta sul giardino, col quale entra in una fortissima relazione di compenetrazione.

Come una macchina da abitare, questa architettura sfrutta due tipi di cerniere, verticali e orizzontali, per aprire e chiudere completamente la parete di cinque metri. La cerniera orizzontale sfrutta un meccanismo di carrucole e contrappesi per far compiere una rotazione di 90 gradi all’intera parete.

Quando aperta, la struttura in abete chiaro disegna un’interessante partitura verticale chiara che si staglia sulla facciata rivestita in larice bruciato secondo la tecnica giapponese shou-sugi-ban e offre riparo, a sbalzo, dalle precipitazioni. Quando chiuso, il volume appare come una massa piena, in sintonia con gli altri capanni che punteggiano l’esteso giardino. Le sue facciate sono segnate dalla rigatura delle fughe tra le tavole e sono aperte in tre punti, uno per lato, in modo da ottenere condizioni di illuminazione mutevoli nell’arco della giornata.

Sul lato lungo degli interni, è organizzata una parete attrezzata con libreria e scale di accesso al soppalco. Il capanno non è allacciato a nessuna rete e sfrutta i pannelli fotovoltaici per alimentare un uso contenuto dell’energia elettrica, sufficiente agli usi occasionali per cui questo riparo è stato concepito.

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