Nello spazio aperto della Patagonia cilena, spazzato dal vento e definito dalla solitudine, in un ecosistema equilibrato ma inesorabile e impietoso, ogni intervento antropico rischia di risultare un’intrusione velleitaria o ingenua. O, in alternativa, una prova di “civile convivenza”, un impegno a ridurre al minimo l’impatto dell’opera costruita nel territorio e a garantire un “rifugio” sicuro e confortevole a chi la abita.

Questo era l'obiettivo per il Refugio Monreal, progettato da SAA arquitectura + territorio nella regione di Aysén, la meno popolosa di tutto il Cile, tra distese boscose, montagne innevate e specchi lacustri.

L’edificio si colloca in una posizione isolata e orientata a nord con vista sul lago, ed è caratterizzato da un volume parallelepipedo coperto a falda unica e sospeso su pilotis, in modo da ridurre l’impronta sul territorio in pendio e preservare la vegetazione esistente, minimizzando le fondazionie il numero dei supporti.

Questa struttura reversibile è interamente realizzata in legno di Lenga, essenza rappresentativa dei boschi della Patagonia andina, ed è composta da una trama articolata di pilastri, diagonali, travi maestre e secondarie che restituisce alla costruzione schietta ed essenziale un carattere sofisticato.

Il legno non piallato, accuratamente trattato negli esterni per resistere agli agenti atmosferici, avvolge invece di calore materico gli spazi domestici all'interno, ripartiti longitudinalmente da un corridoio: a nord, la zona giorno, la cucina e la camera da letto principale affacciati sulla terrazza panoramica sul lago; a sud, gli ambienti di servizio e la seconda camera da letto.

Rivestimenti parietali in listelli e scandole, pavimenti in doghe, travi reticolari a vista in copertura, in dialogo con gli arredi quasi “monastici” e i tessili dai toni morbidi, accentuano il carattere ruvido e funzionale ma caldo e accogliente dell’abitazione.